Se pensi che nei nostri boschi e campi in Europa crescono spontaneamente circa 12.000 piante, di cui almeno 1.500 notoriamente commestibili e officinali, e che tutto questo non è in vendita ma disponibile vicino a casa, perché sei ancora qui? Che cosa aspetti? Vai a cercarle!
Sei stufo di fare sempre la spesa online o al centro commerciale? Ti piacerebbe arricchire la tua tavola con sapori e aromi che ti sei procurato da solo? Sapresti come e da dove cominciare per trovare e raccogliere le migliori erbe spontanee commestibili?
A TAVOLA NELLA NATURA
Oggi la raccolta delle erbe spontanee e commestibili sta vivendo una grande rinascita.
Perfino i grandi maestri della gastronomia rispolverano queste antiche conoscenze per le loro appetitose ricette.
Eppure le erbe selvatiche sono state da sempre alla base dell’alimentazione umana e della nostra evoluzione, dove l’ortica, il tarassaco, il cerfoglio, la piantaggine e la borragine sono solo alcune delle più conosciute.
Per migliaia di anni nella preistoria l’uomo ha raccolto erbe, semi, radici e frutti, arrivando a soddisfare così fino all’ 80% del suo fabbisogno alimentare, completato poi dagli animali cacciati.
Nonostante l’avvento dell’agricoltura, circa 10.000 anni fa, la raccolta di queste erbe disponibili in tutte le stagioni dell’anno ha continuato ad avere una parte fondamentale nella nostra dieta. Dopo i freddi mesi invernali, all’inizio della primavera, quando gli orti non hanno dato ancora i loro frutti e le provviste sono ormai alla fine, per fortuna molte di queste erbe selvatiche sono già disponibili.
Questo tipo di piante spontanee, infatti, contengono molte più vitamine e minerali rispetto alle verdure coltivate: mediamente puoi ricavare circa il quadruplo di vitamina G, calcio e ferro, senza contare i molti principi attivi utili alla cura di numerosissime malattie, infezioni e ferite che tante di queste piante contengono.
A CACCIA DI ERBE
Raccogliere frutti e erbe selvatiche in ambienti naturali non è solo una attività affascinante e salutare ma ci riconnette profondamente alle nostre più antiche conoscenze. Ovviamente questo tipo di attività non è esente da pericoli e ci sono regole da seguire: non mancano, infatti, le specie velenose con effetti anche mortali che è importante saper riconoscere con sicurezza, per portarsi a casa un raccolto di erbe la cui identificazione deve essere assolutamente certa.
LE REGOLE DA SAPERE
1/ Le piante in fiore sono molto più facili da riconoscere ma in primavera, quando
sono semplici germogli, possono mettere in difficoltà un raccoglitore inesperto.
È buona norma, quindi, osservare una determinata specie nel suo intero arco
di vita, in modo da poterla riconoscere in tutte le situazioni.
2/ Non utilizzare mai sacchetti di plastica per raccoglierle: usa invece sacchetti di carta o cesti, per evitare che si deteriorino.
3/ Raccogli le erbe solo dove questa attività è consentita e sempre in zone lontane dal traffico, da linee ferroviarie o da campi sottoposti a trattamenti chimici.
4/ Non raccogliere tutto quello che trovi ma solamente quello che sei sicuro di consumare, garantendo così la sopravvivenza della specie.
5/ Segui un buon corso di riconoscimento erbe spontanee commestibili ed officinali o procurati
un manuale tascabile da consultare durante le escursioni. Tutto ciò può darti una buona base da cui partire per diventare un esperto.
LE 10 ERBE CHE DEVI CONOSCERE
LE INDICAZIONI FORNITE DI SAEGUITO HANNO IL SOLO SCOPO INFORMATIVO, SI SCONSIGLIA FORTEMENTE LA RACCOLTA E L’UTILIZZO DI QUALSIASI ERBA O PIANTA SPONTANEA SE NON SI E’ ESPERTI E SICURI DELLA SPECIE E CHE NON VI SIANO ALLERGIE SPECIFICHE.
1/ Borsa del Pastore
Le giovani foglie e anche l’intero fusto tranne la radice possono essere mangiati come “insalata dei campi”. La radice può sostituire lo zenzero. Il suo principio attivo, l’acido bursico, conferisce alla pianta proprietà emostatiche, antiemorragiche e astringenti.
Periodo di raccolta: marzo-aprile
2/ Ortica
Le foglie lessate con un filo d’olio ricordano gli spinaci ma contengono il quadruplo di vitamina C e K e sali minerali. Grazie alla presenza di un flavonoide, la quercitina, l’ortica
ha proprietà antistaminiche e antinfiammatorie più potenti di qualsiasi agrume.
Periodo di raccolta: autunno- inverno-primavera
3/Tarassaco
Molto simile alla cicoria di campo e altrettanto buono. Grazie alla presenza di tarasserolo, steroli, vitamine, inulina e sali minerali, contenuti in grandi quantità nelle radici, è considerato una delle piante officinali più efficaci per stimolare la funzionalità biliare,
depurare fegato e reni dalle tossine e favorire la digestione.
Periodo di raccolta: primavera
4/ Melissa
Ha un gradevole profumo di limone e in infuso è utilizzata per numerose patologie quali insonnia, mal di testa, nevralgie e ansia grazie alla presenza di oli essenziali. È un ottimo antivirale e antinfiammatorio. Tiene lontane le zanzare.
Periodo di raccolta: estate
5/ Portulaca
Sono di interesse alimentare e culinario i germogli e le foglie crude, carnosette e dal sapore acidulo, da consumarsi in insalate, alle quali conferiscono (in modo simile alla rucola) un superiore mordente. Sono utilizzate anche per preparare minestre saporite e rinfrescanti e si possono conservare sottaceto.
La portulaca è un’erba officinale e un’erba medicinale. Al consumo della portulaca sono ascritte proprietà depurative, dissetanti e diuretiche e antidiabetiche. Un impacco di foglie è usato in caso di foruncoli, punture d’api ed eczema.
Periodo di raccolta: primavera – autunno
6/ Piantaggine
Le foglie tenere si consumano a crudo come l’insalata. È famosa per le sue proprietà cicatrizzanti ed emostatiche grazie alla presenza di mucillagini. Se hai il raffreddore o il mal di gola provala in decotto.
Periodo di raccolta: estate
7/ Rosa Canina
Insuperabile nelle confetture, dal sapore davvero particolare. Grazie alla presenza di vitamina C, in quantità cento volte maggiore a qualsiasi agrume, è utilizzata per la cura di tutte le malattie da raffreddamento e respiratorie. È un immuno-modulante naturale.
Periodo di raccolta: dopo la prima gelata invernale
8/ Bardana
Le sue foglie tenere vengono lessate e condite. È la pianta per eccellenza nella cura delle malattie della pelle: eczemi, dermatiti, forfora e addirittura è attiva nella cura della psoriasi grazie alla presenza di vitamine B e inulina. Nel medioevo veniva utilizzata per depurare il sangue dalla rabbia e dai morsi di serpenti velenosi. Un tesoro a portata di mano.
Periodo di raccolta: autunno
9/ Finocchietto selvatico
È un’ottima pianta da usare in cucina sia per le proprietà benefiche sia per l’aroma che conferisce alle pietanze. Tra le sue principali caratteristiche benefiche ci sono quella diuretica, antispasmodica, antinfiammatoria, depurativa e rinfrescante. In cucina vengono usate tanto le foglie tenere quanto i frutti e i semi.
Periodo di raccolta: estate
10/ Cardo Mariano
Le radici del Cardo mariano mostrano attività diuretica ed febbrifuga, le foglie sono più amare e digestive. Ma la parte più interessante di questa pianta sono i frutti (impropriamente chiamati semi), di cui sono confermare le proprietà disintossicanti e protettive del fegato Le principali proprietà terapeutiche del Cardo mariano sono: epatoprotettrice, depurativa e disintossicante, antiossidante, digestiva, ipertensiva (alza la pressione sanguigna) leggermente spasmolitica ed antiemorragica
Periodo di raccolta: i frutti (erroneamente chiamati semi) si raccolgono tra luglio e agosto, quando dopo la fioritura i capolini cominciano ad aprirsi. Si raccolgono i capolini e si mettono ad essiccare. Successivamente si prosegue con la battitura dei capolini per ottenere i frutti in essi contenuti