Mese: Novembre 2019

Come sopravvivere in casa durante un disastro?

Le opzioni PER SOPRAVVIVERE durante un disastro dipendono dall’entità dell’emergenza. Le opzioni disponibili possono essere rimanere in casa o fuggire in strada.

Anche se la tua casa sembra essere un rifugio già pronto, può richiedere alcune modifiche di base per permetterti di sopravvivere in caso di guasti alla rete elettrica, alla rete idrica, ecc…

Nella propria casa è molto importante individuare la stanza che è naturalmente calda in inverno e fresca in estate.

Le camere con le finestre esposte a sud saranno illuminate ed esposte alla luce e al calore del sole per la maggior parte della giornata, mentre le camere con finestre a nord tendono ad essere più fresche perché non ricevono mai la luce diretta del sole.

A meno che non ci sia stata una qualche inversione polare.

Ricordati che nei piccoli spazi è più semplice far mantenere una temperatura alta, rispetto ai grandi spazi che tendono ad essere sempre più freddi come anche le stanze con i  soffitti alti  o le camere comunicanti possono dimostrarsi zone invivibili se fa freddo e non si hanno i mezzi per poterle riscaldare.

Quindi la stanza ideale è una stanza piccola, compatta come ad esempio la camera da letto. Se la maggior parte degli spazi della tua casa sono grandi e aperti puoi pensare di  destinare e dividere una porzione della stanza usando teloni o coperte per creare un riparo all’interno stesso del riparo.

Ricorda anche che l’aria calda essendo più leggera tende a salire in alto, quindi uno spazio mansardato sarà più caldo rispetto a uno spazio inferiore, per questo i  Loft sono spazi notoriamente caldi mentre gli scantinati tendono a rimanere freschi.

redatto da Wolfman

tratto da sopravvivenzatotale

Piano di Sopravvivenza con Bambini – Ecco come organizzare un ottimo piano di sopravvivenza se hai dei Bambini

In caso di disastro, se hai dei bambini in casa, a cosa pensi subito? Alla sopravvivenza dei tuoi piccoli, naturalmente. Ma il tuo piano di sopravvivenza attuale andrà bene anche per loro? Hai provato il piano testando tutta l’attrezzatura in base alle esigenze anche dei tuoi bambini? Se la risposta è no, vedi di farlo subito.

La sopravvivenza familiare va oltre l’insegnare ai tuoi figli come evacuare la casa in caso d’emergenza. Perché in certi casi la tua casa potrebbe essere non più che un lontano ricordo e tu e la tua famiglia potreste essere costretti a sopravvivere con non più che una coperta di fortuna.

Ecco alcune idee per pianificare il piano d’emergenza pensando anche ai tuoi figli:

Neonati 1-3 anni

Per quanto riguarda questa categoria, potrebbe essere necessario prendere qualche spunto dagli hippie. Allattamento al seno e pannolini di stoffa sono la strada da seguire in caso di disastro. Considera che non avrai possibilità di comprare il latte artificiale e i pannolini, dunque perché non  prepararsi così? Una mamma che allatta può prendersi cura del proprio bimbo a tempo indeterminato anche negli scenari più terribili, finché almeno lei avrà accesso ad acqua ed alimenti. Come potresti fare di meglio?

Altra cosa essenziale sono il marsupio o una fascia.  Questi sono fondamentali per spostarsi a piedi, ma anche per farli dormire bene e al momento del disastro potrai portarli via in un batter d’occhio. I marsupi porta bebè e le fasce porta bebè  sono ottime ed entrambe ti consentono di trasportare i piccoli per ore senza sforzo.  Le fasce porta bebè sono ideali in quanto ultraleggere, compatte e portatili mentre i marsupi porta bebè sono più robusti e possono portare bimbi fino a 20 Kilogrammi, stando a quanto dice l’azienda produttrice. In realtà nelle FAQ del loro sito c’è chi dice di aver trasportato fino a 45 Kilogrammi (in teoria potresti trasportarci anche un adolescente, ma in quel caso non so se sarai in grado di sopportare tale sforzo).

Bambini/Ragazzi 3-12 anni

1. Abiti e rifugio:
Nel borsa da sopravvivenza e nel kit d’emergenza per l’auto hai degli articoli per i bambini? Dovresti, perché è poco probabile che possano portarsi da soli una borsa tutta per loro. Se non ci sono sacchi a  pelo abbastanza piccoli, prova i sacchi nanna, ci sono anche in dimensioni ridotte. E l’equipaggiamento per il clima? Pensa a coprire le estremità (mani,piedi e testa). Le scarpe da tennis non vanno bene in caso di disisastri. Prendi degli stivali robusti buoni in qualsiasi condizione atmosferica. Inserisci anche un buon paio di calzettoni, guanti e cappello. Assicurati che la tenda o il rifugio vadano bene per contenere tutta la famiglia. Pianifica immaginando che l’evento o il  disastro si verificheranno con il peggior tempo possibile.

2. Cibo:
Anche in un situazione di disastro i bambini potrebbero fare i capricci. Certo, mangeranno quello che c’è quando avranno davvero fame, ma non puoi sottovalutare le loro esigenze nutrizionali. Ecco perché devi includere nell’attrezzatura integratori e vitamine che siano indicati anche per loro. Quelli biologici contengono solo frutta e verdura in modo da poter essere assunti anche dai più piccoli. Se il bambino è troppo piccolo per inghiottire una capsula, aprila e riversa la polvere su cibo o nei liquidi. Come ho già detto, quando davvero avranno fame, mangeranno.

3. Medicine
I bambini si ammalano molto più facilmente degli adulti, perciò devi essere preparato. La prima cosa che devi fare è somministrare ai bambini dei farmaci per adulti nel caso quelli specifici per loro fossero introvabili. La seconda dritta riguarda un rimedio semplice per la diarrea, cosa comune tra i bambini, e consiste nel preparare una soluzione a base di zucchero, sale ed acqua per reidratare il corpo e reintegrare i liquidi persi con la diarrea.

4. Fai delle simulazioni
Non è semplice simulare un disastro naturale quando ci sono dei bambini piccoli ma potrai andarci vicino semplicemente facendo dei campeggi. In caso di disastro come ti ho già spiegato devi anzitutto scegliere se restare a casa o scappare, tuttavia, potresti essere costretto ad allontanarti. Quindi vai in campeggio a notte fonda con il kit o la borsa da sopravvivenza e con tutto quello che riesci a mettere in auto in meno di cinque minuti. Se anche la simulazione non dovesse riuscire alla perfezione, per lo meno ti darà un’idea di quello che rischi di dimenticare e inoltre sarà un’occasione per trascorrere insieme alla tua famiglia dei momenti divertenti nei boschi.

Ragazzi più grandi 12-18 anni

1. Potresti pensare che per i ragazzi più grandi non sia necessario un piano di preparazione per sopravvivere al disastro. Sbagliato. Potrebbero non aver mai pensato a cose del tipo sopravvivere ad un disastro o pericolo, per cui il tuo primo compito è di far si che ci pensino. Fai in modo che siano loro stessi a preparare la propria borsa, piuttosto che farlo tu. Spiega loro di cosa hanno bisogno e perché. Stai attento a non farli spaventare perché non ti sarebbe d’aiuto. Informandoli realisticamente e con sensibilità dei possibili disastri ed aiutandoli a prepararsi da soli darai loro una sensazione di potere ed una preziosa lezione che un giorno potranno trasmettere anche alla loro famiglia.

2. Portali all’aperto. Far stare i ragazzi a contato con la natura è il miglior modo per insegnar loro la sopravvivenza in modo naturale e divertente. Allontanali dal divano e dai videogame. Ecco alcune idee su come sostituirli:portali in campeggio o a fare trekking, insegna loro a fare giardinaggio, a pescare o a cacciare. Mostra loro come si accende un fuoco (quando avranno un’età adeguata), iscrivili nei boyscout, ad un corso di sopravvivenza o di preparazione per le emergenze. Costruisci un rifugio e, cosa più importante, falli divertire insegnando loro cose che gli torneranno utili non soltanto in situazioni di emergenza ma per tutta la vita.

Anche se a nessuno di noi piace pensare che possa accadere qualcosa ai nostri figli, dobbiamo comunque tenerci pronti così che nel momento del bisogno, avremo la certezza di saper fare tutto ciò che è necessario per salvarli.

Spero che queste dritte ti siano state utili come punto di partenza per programmare la sopravvivenza della tua famiglia.

Che tipo di survivalista sei?

In genere il termine survivalista (termine inglese per indicare una persona che si sta organizzando per sopravvivere ad eventi futuri) è spesso inteso in senso dispregiativo e ad esso si associa l’idea di quei pazzi con un mucchio di fucili, che vanno in giro camuffati e con un rifugio atomico che trabocca di cibo.

Ebbene, non è così. Ci sono survivalisti di ogni sorta e di ogni stile. Qui di seguito propongo una ricostruzione dei principali tipi di survivalisti odierni. Tu in quale ti riconosci?

1. L’alternativo:
Il survivalista alternativo vive fuori dal mondo alla maniera “coloniale”. Produce quanto più cibo può per soddisfare il suo stesso fabbisogno e ottiene l’energia con mezzi non tradizionali. Definire qualcuno del genere un survivalista può essere poco appropriato perché non mette da parte cibo e sementi, ma è il suo stesso stile di vita che è così.

2. Il Prepper
Il prepper può essere un singolo individuo o un gruppo di persone che vive alla maniera tradizionale ma che è costantemente impegnato a ad anticipare eventuali emergenze o cambiamenti. Spesso ha un rifugio dove accantona il suo equipaggiamento e le scorte. Spende gran parte del suo tempo e denaro per preparasi alle emergenze e alla fuga. Il prepper poco serio in genere vive la cosa come un hobby per il tempo libero, ma al contempo la prende molto seriamente.

3. Il cittadino medio
Si tratta, a mio avviso, del modello di survivalista più diffuso. Vive in una casa normale e la sua famiglia può anche non accorgersi che è un survivalista. Non spende grandi cifre per prepararsi e si concentra prevalentemente su eventi che è probabile possano verificarsi, come le emergenze locali e  i black out energetici.

E tu che tipo di survivalista sei?

Ti ritrovi in una di queste descrizioni? O se, com’è più probabile, siete una via di mezzo, ditemi qualcosa in più del vostro stile e della vostra filosofia.

Se poi siete un altro genere di survivalista, sarò lieto di aggiungervi alla lista.

tratto d sopravvivenza totale

Zaino di Sopravvivenza – Ecco le 7 cose che non devono mai mancare nel tuo zaino di sopravvivenza

Per un survivalista alle prime armi preparare per la prima volta lo zaino di sopravvivenza può sembrare un compito arduo. Tant’è che la maggior parte delle persone ci mette dei mesi, se non anni a realizzare il proprio zaino di sopravvivenza, e ha  costruire un mucchio di arnesi di ogni tipo

E’ difficile stabilire da dove iniziare ma se ti munisci del necessario di base per affrontare una situazione di sopravvivenza, stai certo che starai molto meglio del 99% delle persone.

Uno zaino di sopravvivenza (detto anche BOB, (Bug out Gag) cioè borsa per filarsela o borsa delle 72 ore) in genere è fatta per tirarti fuori da una situazione di emergenza e ti permette di sopravvivere per tre giorni al massimo.

Molta gente la progetta in modo da farla durare più a lungo ma c’è comunque un limite alle cose che puoi portarti sulle spalle e un obiettivo di tre giorni è comunque un buon punto di partenza.

Ecco le 7 cose più importanti che devono essere presenti nel tuo zaino di sopravvivenza:

  1. Acqua

Va da sé che l’acqua è fondamentale in ogni situazione di sopravvivenza, il più prezioso tra i beni.
Un litro di acqua al giorno per persona è il minimo indispensabile, per cui il tuo zaino deve contenerne almeno tre litri. Tuttavia, se intendi prolungare il periodo di durata di un paio di giorni, munisciti di un sistema di depurazione. Puoi  ricorrere alla bollitura aggiungendo tavolette di iodio oppure dotarti di un filtro vero e proprio.

  1. Puoi munirti di una bottiglia pieghevole per le scorte extra.
  2. Con un secchio a tracolla può essere più semplice raccogliere l’acqua.
  3. Usa filtri da caffè per allungare la durata del tuo sistema di depurazione.
  4. Scopri come l’acqua imbottigliata può migliorare il tuo zaino di sopravvivenza.

2. Cibo

Per un periodo di tre giorni i pasti pronti e le tavolette energetiche sono sufficienti. Si tratta di pasti disidratati a cui basta aggiungere acqua bollente. Sono leggeri e durano a lungo. Ovviamente avrai bisogno di cibi a lungo termine per ogni tipo di catastrofe su vasta scala, ma per il tuo zaino di sopravvivenza i pasti pronti sono già un buon inizio.

3. Abbigliamento

Per quanto riguarda questo aspetto, lo zaino di sopravvivenza è del tutto simile ad uno zaino per il fine settimana e dovrebbe contenere:

  1. Un paio di stivali o di scarpe resistenti.
  2. Un paio di pantaloni lunghi (preferibilmente non jeans).
  3. 2 paia di calze (preferibilmente non di cotone).
  4. 2 magliette (una a manica lunga e una a manica corta, per indossarle a strati)
  5. Un giubbotto caldo e impermeabile.
  6. Biancheria intima calda.
  7. 1 cappello.
  8. Una bandana (30 usi per una bandana).

La lista può essere ingrandita e molti non si sognerebbero mai di fermarsi qui senza mettere dentro almeno il doppio della roba, ma così per come te l’ho proposta ti basterà per tre giorni.

Assicurati comunque di pianificare bene gli aspetti legati al clima della tua zona inserendo dei vestiti stagionali nel tuo zaino di sopravvivenza.

4. Il rifugio

Se hai intenzione di sopravvivere per tre giorni avrai bisogni di una protezione dalle intemperie e di un posto caldo ed asciutto in cui dormire.

Ti servono almeno:

  1. Un qualche tipo di tenda o telo ed un sistema di ancoraggio.
  2. Un telo da terra da mettere sul pavimento del rifugio per mantenerlo asciutto (importantissimo).
  3. Dei sacchi a pelo, preferibilmente di buona qualità.

5. Cassetta di pronto soccorso.

Come fare ad avere tutto il necessario per il pronto soccorso nello zaino di sopravvivenza  è il titolo di uno o più articoli interamente dedicati all’argomento e non voglio occuparmene adesso perché rischierei di tralasciare qualcosa.  Ti raccomando, tuttavia, di prepararti da solo la tua cassetta di pronto soccorso piuttosto che di acquistarne una di quelle  già belle e pronte con “le 1001 cose per affrontare le emergenze”. Nella mia esperienza, per quanto utili in certi casi, in genere questi kit contengono molte cose superflue e sono prive, invece, del necessario.

Inoltre, se te la prepari da solo, saprai sia ciò che contiene che come impiegarla. Tanta gente ricorre ai kit preconfezionati presumendo che, proprio perché c’è di tutto, ci sarà anche il necessario. Ma questa è una pessima idea.

Da non dimenticare: un estrattore di Sawyer per il veleno in caso di morso di serpente.

6. Oggetti di base

A molti survivalisti questa lista non piacerà ma, ripeto, per un paio di giorni è più che sufficiente.

Indumenti vari antipioggia: almeno due maniere per restare asciutti: un poncho o un impermeabile, più la tenda, chiaramente.

– Per Fuoco: Almeno tre modi per fare un fuoco. Ho scritto un bel po’ a riguardo: 5 modi per accendere un fuoco. In questo modo otterrete la scintilla, ma poiché dovrete dare vita ad un fuoco vero e proprio: 5 idee per un fuoco. Avrai bisogno anche di qualcosa per tagliare il legname e un coltello implica un eccessivo dispendio di tempo ed energie: Scegliere il miglior seghetto a catena.
Per cucinare:

– Per Cucina: Il minimo indispensabile, è avere un pentolino o una grande scodella per bollire l’acqua da bere e da impiegare per preparare i cibi disidratai. Meglio ancora una piccola stufa con del combustibile.

– Luce: Almeno due torce affidabili ed un set di batterie di riserva per ognuna.

– Coltello: E’ lo strumento più usato e versatile della vostra borsa di sopravvivenza. Ho scritto un bel po’ a riguardo: 7 cose da tener presente prima di scegliere il vostro coltello da sopravvivenza.

7. Armi

Se ti trovi ad affrontare una situazione “fuori controllo” o qualcosa di simile,  la gente, in casi del genere, diventa davvero folle e fuori di testa. Essere pronti a difendersi fa parte della sopravvivenza.

Ovviamente la migliore arma è una pistola (anche se non in tutte le situazioni). Non entrerò nel merito del tipo di pistola anche perché in Italia è necessario il porto d’armi per poterne acquistare una.

Il coltello da sopravvivenza può comunque servire come arma, se necessario. Anche qualcosa di semplice come un bastone da passeggio può essere un buon deterrente contro i malintenzionati .

Adesso che sai quali sono gli oggetti base per creare il tuo zaino di sopravvivenza, puoi già incominciare a crearlo sia per affrontare brevi situazioni di emergenza sia situazioni più lunghe.

TRATTO DA SOPRAVVIVENZATOTALE

Come Accendere un Fuoco: Ecco 5 modi per accendere un fuoco in una situazione di emergenza

Nella lista delle cose più importanti in una situazione di sopravvivenza collocherei, subito la capacità di trovare acqua e cibo, la capacità di accendere un fuoco.
Dal momento che è così importante saper accendere un fuoco, credi davvero di poter fare affidamento solamente su un metodo o due?

Credo che dovresti mettere nella tua borsa di sopravvivenza almeno cinque diversi accessori da utilizzare per questo scopo.
Non mi sto riferendo a sostanze infiammabili quali trucioli di legno, ceppi, carta ecc ma a 5 modi per creare il fuoco, per ottenere, cioè, la prima scintilla. Senza, il resto conta poco.

Ecco 5 idee per accendere un fuoco di cui non puoi fare a meno:

1. Fiammiferi:

Per accendere un fuoco non c’è cosa più semplice dei fiammiferi. Ma in caso di emergenza è meglio avere una scorta di fiammiferi a prova di tempesta o antivento, che sono molto più difficili da spegnere.
Se prendi invece i fiammiferi normali, tieni a mente due cose:
A) Devono essere resistenti all’acqua.

B) Mettili in posti diversi all’interno della tua borsa di sopravvivenza o nella tua giacca.

Se ti ritrovi con un mucchio di fiammiferi impermeabili nello stessa borsa o scatola e li perdi, non ne avrai altri per accendere il fuoco. Utilizza un paio di contenitori per pellicole fotografiche o una busta impermeabile e conservateli in più posti e mai nel manico del coltello!

2. Accendini

Come vedi sto parlando di accendini al plurale. Per essere sicuro te ne serviranno diversi. Meglio averne uno leggero e antivento e un paio a buon mercato. Se hai intenzione di comprare un bell’accendino del genere, porta con te anche del butano di ricarica così ti durerà cinque volte più d’un accendino usa e getta.

3. Acciaino e raschietto

L’acciarino e il raschietto, in pratica è quello che un tempo era la pietra focaia. Sono dei pezzi di metallo, in genere di acciaio o di magnesio, che, quando vengono sfregati, (in genere utilizzando il coltello) generano delle scintille. E queste permetteranno di accendere il fuoco.

E’ importante averli per un paio di ragioni: Anzitutto funzionano anche da bagnati, quindi se tutti gli altri accenditori dovessero essere zuppi o essersi rovinati, l’acciaino potrà ancora funzionare.

Inoltre durano più a lungo di tutti i vari fiammiferi ed accendini messi assieme. Alcuni acciaini offrono più di 3000 scintille, altri fino a 7000.
Puoi trovare degli acciarini nei negozi da campeggio.

4. Batteria da 9 V e lana d’acciaio

Questo è uno di quelli che preferisco e penso che dovrebbe essere incluso in ogni kit di sopravvivenza. Basta toccare entrambi i poli di una batteria da 9 V con della lana d’acciaio perché prenda fuoco.

Ricordati due cose: Più la lana è sottile e migliore sarà il risultato. Inoltre ne basterà poca, tanto da coprire i due poli della batteria.

5. Sfregare insieme due bastoni.

E’ il base delle tattiche di sopravvivenza. Strofinare tra di loro due bastoncini. Non ho intenzione di entrare nel merito di tutti i modi in cui accendere un fuoco con null’altro che il legno, servirebbe un articolo apposta. Sappi solo che dovreste essere in grado di procurarvi un fuoco anche senza aver nessun arnese a disposizione.

Fai attenzione:

Tieni sempre dell’acqua a portata di mano nell’ipotesi in cui perdi il controllo del fuoco.
Conosci altri modi per accendere un fuoco?
Mi piacerebbe conoscere la tua opinioni e magari altre strategie su come accendere un fuoco in situazioni d’emergenza.

Maschere antipolvere – Ecco quale maschere antipolvere scegliere per la tua sopravvivenza

Negli anni successivi all’11 settembre migliaia di lavoratori a New York hanno contratto, ed ancora oggi contraggono, malattie respiratorie terrificanti ed il cancro respirando la polvere sollevata dal crollo delle torri.

Questo per dire che anche se non lavori in una zona d’emergenza, nelle settimane successive alla catastrofe , ci saranno sempre delle particelle nell’aria che non vorreste respirare.

In questo articolo ti propongo due diversi tipi di maschere antipolveri che potrai utilizzare sia per la sopravvivenza generale, che per la sopravvivenza in città dopo eventuali catastrofi.

Ovviamente non accadrà che dovrai recarti da un medico per una malattia respiratoria dopo un crollo di un edificio, ma anche in uno scenario locale, una volta usciti all’aperto, difficilmente potrai rimediare al danno provocato ai tuoi polmoni.

Ecco alcuni modelli di maschere antipolvere:

maschera anti polvere baseModello base
I modelli più semplici di maschere per le polveri funzionano catturando le particelle più grandi che inalate dall’esterno. Potrai tranquillamente portarne un pacco da distribuire al tuo gruppo o ad altri intorno a te. Passerai inoltre inosservato, perché molte persone, specie i soccorritori, le utilizzeranno.

* Nota: Fai attenzione a prendere le maschere N95 piuttosto che quelle economiche di carta.

Vantaggi:

  1. Economiche
  2. Leggere

Svantaggi:

  1. Meno efficaci
  2. Rapidamente usurabili

maschera anti polvere con filtriMaschera con filtri e respiratore:
Un respiratore, com’è ovvio, è in grado di filtrare ben più di una maschera base e copre le principali particelle che cercherai di evitare in questo tipo di situazione come il piombo, l’amianto, le polveri tossiche, la fibra di vetro, l’ammoniaca, la formaldeide, i gas acidi, ecc. Certo ci sono degli svantaggi, come quello che non passerai di certi inosservato. Cerca i respiratori approvati dall’OSHA e dalla NIOSH.

Vantaggi:

  1. Molto più efficaci delle semplici maschere
  2. Maggiore durata

Svantaggi:

  1. Più costosi
  2. Più pesanti
  3. Poco discreti

tratto da sopravvivenzatotale

Specchio di segnalazione o Eliografo

In qualsiasi negozio di nautica è possibile acquistare un piccolo specchio da segnalazione che costituisce dotazione per le imbarcazioni di salvataggio.
 
Lo specchio, in plastica, è facile da usare e molto efficace: il modello della foto, prodotto in Francia, ha una portata di circa 10 chilometri. Il foro centrale con il disco rosso è un ingegnoso sistema per puntare lo specchio con ottima precisione (le istruzioni per l’uso sono stampate nella parte posteriore).

Lo specchio da segnalazione può essere usato per inviare un segnale di soccorso o richiamare l’ attenzione dei soccorritori.

Uso della Mantellina Poncho

Il poncho-liner è un oggetto che non dovrebbe mai mancare nel nostro equipaggiamento in quanto è in grado di assolvere a numerose funzioni: può essere utilizzato per proteggersi dalla pioggia (la mantellina copre anche lo zaino), per realizzare un riparo, per costruire una tenda, per approntare una barella di fortuna o per fare un galleggiante in caso di attraversamento di un fiume.

Realizzato in nylon antistrappo pesa poco, è poco ingombrante ed è facilmente reperibile nei negozi di articoli militari o outdoor.

Nel realizzare un riparo di emergenza invece dei cordini possiamo utilizzare degli elastici per auto anch’ essi molto comodi e che possiamo inserire nel nostro equipaggiamento base.


Il poncho-liner è un oggetto che non dovrebbe mai mancare nel nostro equipaggiamento in quanto è in grado di assolvere a numerose funzioni: può essere utilizzato per proteggersi dalla pioggia (la mantellina copre anche lo zaino), per realizzare un riparo, per costruire una tenda, per approntare una barella di fortuna o per fare un galleggiante in caso di attraversamento di un fiume.
Realizzato in nylon antistrappo pesa poco, è poco ingombrante ed è facilmente reperibile nei negozi di articoli militari o outdoor. Nel realizzare un riparo di emergenza invece dei cordini possiamo utilizzare degli elastici per auto anch’ essi molto comodi e che possiamo inserire nel nostro equipaggiamento base.

mercoledì 2 aprile 2008

COME RICONOSCERE UNA VIPERA


In Italia sono presenti le seguenti specie di vipera:
– Vipera di Orsini (Appennino umbro-marcheggiano e in Abruzzo)
– Marasso (in tutte le regioni alpine)
– Vipera comune (presente in tutte le regioni esclusa la Sardegna)
– Vipera dal corno (Alto Adige, Trentino e Friuli)
Per riconoscere una vipera osservare soprattutto la forma del corpo che è sempre tozzo, compatto e con la coda relativamente breve; altri elementi sono la forma della testa triangolare e la pupilla verticale.
In caso di morso procedere come se si trattasse di una frattura ovvero immobilizzazione della zona colpita mediante un bendaggio di tipo compressivo e, se si tratta di un arto, posizionamento di una stecca; successivamente trasporto in ospedale.

martedì 1 aprile 2008

METEO – IL FATTORE WINDCHILL (2° parte)

Il tempo meteorologico è caratterizzato da fenomeni quali la temperatura, la pressione, l’ umidità, il vento e le meteore (fenomeni naturali che si manifestano nell’ atmosfera quali pioggia, grandine, fulmini ecc.). La temperatura, che è all’ origine di ogni fenomeno meteo, si misura con il termometro: particolare importanza riveste l‘escursione termica ovvero la differenza tra la temperatura masssima e quella minima raggiunte nelle 24 ore.
In presenza di vento un termometro non è in grado di registrare la reale sensazione di freddo avvertita da un corpo umano pertanto è stato introdotto il FATTORE WINDCHILL (potere raffreddante del vento). In caso di bassa temperatura e forte vento la tabella indica qual’ è la reale temperatura avvertita da una corpo è quale è il tempo di sopravvivenza in caso di esposizione prolungata (fine 2° parte).

sabato 29 marzo 2008

COPERTA ISOTERMICA

Le coperte isotermiche alluminizzate sono particolarmente utili nell’ attività di soccorso e survival; a fronte di dimensioni e ingombro ridottissimo (nella foto il mod. piccolo misura cm. 9X2X5) hanno una elevata capacità riflettente (sono in grado cioè di trattenere fino all’ 80% del calore corporeo). Le coperte possono essere utilizzate sia per la protezione dal freddo (parte argentata rivolta verso il corpo) e dal caldo (parte dorata rivolta verso il corpo) sia come teli da segnalazione.
Realizzate con teli di poliestere metallizzato o reticolato non dovrebbero mai mancare nel nostro equipaggiamento.

mercoledì 26 marzo 2008

METEOROLOGIA (1°parte)

Il tempo meteorologico influenza in modo determinante qualsiasi attività umana pertanto la conoscenza di come le condizioni del tempo possono evolvere è di enorme importanza.
Oggi le previsioni, ottenute con sofisticati modelli matematici e con le immagini di satelliti e radar, sono molto precise. L’ attendibilità è in funzione del tempo di previsione:
– eccellente attendibilità per le previsioni alle 12 ore
– buona per quelle a 3-5 giorni
– medio/bassa per quelle a 7-10 giorni.
La conoscenza anche superficiale dei fenomeni meteorologici e la disponibilità di semplici strumenti (barometro, termometro e igrometro) consentono a chiunque di poter effettuare una previsione.
Poichè le masse d’aria si spostano, a causa dello squilibrio barico, dai centri di alta (aree anticicloniche) a quelli di bassa pressione (aree cicloniche) qualsiasi variazione significativa e repentina del barometro indica un possibile cambiamento del tempo (bassa pressione tempo brutto- alta pressione tempo bello).
Anche le nubi sono un ottimo indicatore:
– le nubi alte (cirri) indicano di norma l’approssimarsi di una perturbazione
– le nubi medie e a sviluppo verticale (cumuli) possono significare l’arrivo di un fornte freddo con piogge intermittenti e violente
– le nubi stratificate un fronte caldo con piogge persistenti.
(fine 1° parte)


venerdì 21 marzo 2008

COLTELLI PER LA SOPRAVVIVENZA

Nella sopravvivenza il coltello è uno degli strumenti indispensabili: una buona lama è in grado di aiutarci in ogni situazione. Vi propongo due coltelli pensati per il survival.
Il primo (foto in alto) è un Fallkniven Pilot Survival: è un coltello svedese molto apprezzato per la qualità e durezza dell’ acciaio (la lama sandwich è realizzata da due strati di acciaio all’interno dei quali è inserito uno strato più “duro” per mantenere il filo).
Il secondo coltello (foto in basso) è un Bushman della Cold Steel. La lama si ispira a quelle usate dai Boscimani (popolo che vive nel deserto del Kalahari). L’impugnatura, realizzata ripiegando la barra di acciaio con cui è realizzata la lama, consente l’inserimento di un’ asta in maniera da trasformare il coltello in una lancia o machete. Il Bushman, realizzato in varie lunghezze, ha un prezzo molto basso (circa 35-40 Euro).

lunedì 25 febbraio 2008

LA BUSSOLA MAGNETICA

 

 

 

La bussola è lo strumento che mediante un ago magnetico indica la direzione del Nord magnetico (punto di convergenza delle linee di forza magnetica). Il Nord magnetico non coincide con il Nord geografico (punto di incontro dei meridiani geografici); questa differenza può essere agevolmente ricavata con il calcolo della declinazione magnetica (il valore di declinazione magnetica da imporre alla bussola per trasformare il Nord magnetico in Nord geografico è trascurabile quando si percorrono itinerari brevi).
Una bussola è costituita di norma da un contenitore al cui interno vi è un perno su cui poggia l’ago calamitato che cosi è libero di ruotare in tutte le direzioni; la parte superiore del contenitore è trasparente con una ghiera graduata mentre la parte inferiore riporta una graduazione in gradi sessagesimali (da 0 a 360°) o in gradi millesimali (da 0 a 6400°°).
Il contenitore di una bussola può essere riempito di una miscela di acqua e alcol allo scopo di diminuire le oscillazioni dell’ago (l’alcol congela ad una temperatura più bassa dello 0 punto di congelamento dell’acqua). Quando si usa una bussola è buona norma mantenerla orizzontale e distante da masse metalliche in grado di interferire con il campo magnetico (carrozzeria dell’auto, piccozza ecc.).
Le bussole più utilizzate sono quelle da orientamento e quelle goniometriche con le quali è possibile effettuare la lettura di un azimut (l’ azimut è l’angolo formato tra la direzione del Nord e la direzione di un punto o oggetto individuato sulla carta topografica o sul terreno; sulla carta l’azimut viene calcolato utilizzando un normale goniometro).
La bussola viene utilizzata per muovere lungo una rotta prestabilita, per orientare la carta topografica e per leggere un azimut.
Per seguire una rotta (direzione tra due punti individuati sulla carta topografica) si procede nel modo seguente:
– si ruota la ghiera graduata sino a far coincidere il valore di rotta con la freccia di riferimento (nella foto 240° o 4200 millesimi);
– si orienta la bussola al Nord;
– mantenendo la bussola orientata al Nord si marcia nella direzione indicata dalla freccia.

mercoledì 20 febbraio 2008

IL KIT DI PRONTO SOCCORSO

Il kit di PS ci consente di eseguire piccoli interventi in caso di ferita o di un infortunio in genere. Può essere più o meno ‘elaborato’ e questo in relazione allo spazio disponibile, all’ attività che dobbiamo fare e alle nostre conoscenze nel campo del primo intervento; vediamo due diverse tipologie.
La prima riguarda un kit da portare sempre al seguito. Il contenitore può essere una semplice busta di nylon all’ interno della quale inserire dei guanti in lattice, un laccio emostatico, un pacchetto di medicazione (garze che consentono di tamponare una emorragia), alcuni cerotti, degli steri-strip (cerotti da sutura), alcune compresse di aspirina o paracetamolo (antidolorifico e antifebbrile).
Se nello zaino (o in macchina, barca ecc.) abbiamo spazio allora realizziamo un kit utilizzando uno specifico contenitore (in commercio ne esistono molti tipi) nel quale inserire: guanti di nylon, laccio emostatico, pacchetto di medicazione, cerotti, disinfettante (ad esempio Betadine o mercurocromo), pomata antiustioni, antidolorifico e antidiarroico, garze, una benda, un ago da cucire, una pinza emostatica, una forbice, una lametta da bisturi, un flaconcino di ammoniaca, della polvere emostatica.

mercoledì 13 febbraio 2008

L’ EQUIPAGGIAMENTO PER UNA ESCURSIONE

Se decidiamo di fare una escursione o una marcia in montagna (non ha importanza se resteremo fuori qualche ora e l’itinerario si presenta facile) portiamo sempre con noi un coltello pieghevole, una scatola di fiammiferi, del cordino di nylon.
Se poi l’escursione si presenta più impegnativa allora è necessario mettere in atto alcune misure di sicurezza e adeguare il nostro abbigliamento ed equipaggiamento al tipo di attività che si intende fare.
a. misure di sicurezza:
prima di muovere controlliamo sempre il nostro itinerario su di una carta topografica (o carta dei sentieri); se non possiamo portare al seguito la carta cerchiamo almeno di memorizzare quanti più particolari possibile;

– lasciamo detto (a chi rimane in base, ai gestori del rifugio, al personale della locale Sezione del CAI ecc.) in quale località siamo diretti e quante ore resteremo fuori; se possediamo un telefono cellulare lasciamogli anche il nostro numero. Memorizziamo i numeri di emergenza (CAI, Guardia Forestale, Eliambulanza ecc.);
– informiamoci sulle condimeteo: le previsioni a 9-12 ore sono molto precise.

b. abbigliamento ed equipaggiamento:
– se ci troviamo in montagna portiamo sempre al seguito una giacca a vento o un indumento pesante (il tempo in montagna cambia rapidamente e la temperatura può scendere di parecchi gradi -pericolo di ipotermia);
nel nostro zaino non deve mai mancare una mantellina impermeabile (poncho) e un kit di pronto soccorso
Realizziamo inoltre una scatola di sopravvivenza e portiamola sempre con noi.
Se ci siamo persi ecco cosa fare:

1. mantenere la calma (chi è in preda al panico non ragiona!): se abbiamo lasciato detto a qualcuno dove intendevamo andare e l’ora del rientro prima o poi ci verranno a cercare!
2. se abbiamo con noi un telefono cellulare chiamare uno dei numeri di emergenza e descrivere la zona dove ci troviamo;
3. altrimenti tornare indietro per cercare di ritrovare il sentiero perso e riconoscere una zona che ci è familiare;
4. scendere verso il fondovalle seguendo il corso di un torrente o una linea elettrica o dirigere nella direzione in cui si ritiene ci sia un centro abitato o una strada (ci può essere di aiuto il fatto di aver memorizzato, prima di partire, l’ itinerario sulla carta topografica);
5. se si sta avvicinando il buio fermarsi, costruire un riparo per la notte e accendere un fuoco.

Nel realizzare il riparo attenersi ai seguenti criteri:
– scegliere una zona riparata dai venti di tramontana (venti provenienti da Nord);
– evitare le depressioni (l’aria fredda si deposita in basso) e i letti asciutti dei torrenti (in caso di pioggia c’è il pericolo di una piena);
– trovare un luogo vicino all’acqua e dove sia possibile avere sufficiente legna da bruciare durante la notte (macchia, bosco ecc.).

martedì 12 febbraio 2008

IL NODO PRUSIK



Il nodo Prusik è un nodo autobloccante in quanto stringe se sottoposto a trazione; nel momento in cui cessa la trazione può essere facilmente allentato. Si esegue con un asola di cordino e in sostanza consiste nell’ effettuare, sulla corda su cui ci si deve bloccare, una bocca di lupo doppia o tripla.

I NODI SCORSOI

I nodi scorsoi sono nodi che sottoposti a trazione ‘scorrono’ e pertanto si stringono sull’ oggetto sul quale sono stati “incappellati”:
nodo dell’ impiccato (in alto nella foto) : è un ottimo nodo scorsoio in quanto non si allenta con il cessare della trazione
parlato scorsoio (in basso nella foto): il nodo scorsoio è ottenuto con la gassa di un nodo parlato.

LE GASSE


Le ‘gasse’ sono degli occhielli o asole di corda che vengono eseguite all’ estremità di una corda e non sono scorrevoli.
gassa d’amante (foto a sin.): nodo “fondamentale” che si presta a numerosi utilizzi. La sua esecuzione richiede un po’ di pratica
nodo Savoia doppio (foto a des.): serve, ad esempio, per collegare l’estremità della corda all’ imbragatura da alpinismo.


I NODI DI AVVOLGIMENTO


I nodi di avvolgimento servono per “avvolgere” (bloccare) la corda su di un oggetto: palo, picchetto, anello, moschettone.
parlato semplice (foto a sin:): è un nodo molto usato sia nell’ alpinismo che nella nautica
bocca di lupo (foto a des.): semplicissimo da eseguire non deve però essere utilizzato per assicurare una persona.

I NODI DI GIUNZIONE



I nodi di giunzione servono per unire 2 corde di uguale o diverso diametro, sono facili da eseguire e si sciolgono facilmente:
nodo piano (foto a sin. in alto): serve per unire 2 corde di uguale diametro. Attenzione! Con le corde in nylon tende a scorrere
nodo rete (foto a sin. in basso): serve per unire 2 corde di diametro diverso. Ha un’ottima tenuta. Viene utilizzato anche per fare le reti
nodo inglese (foto a des. in alto): serve per unire corde di uguale o diverso diametro. Ha un’ ottima tenuta
nodo rete doppio (foto a des. in basso): come sopra, molto sicuro.

COME RICONOSCERE UNA VIPERA

In Italia sono presenti le seguenti specie di vipera:
– Vipera di Orsini (Appennino umbro-marcheggiano e in Abruzzo)
– Marasso (in tutte le regioni alpine)
– Vipera comune (presente in tutte le regioni esclusa la Sardegna)
– Vipera dal corno (Alto Adige, Trentino e Friuli)

Per riconoscere una vipera osservare soprattutto la forma del corpo che è sempre tozzo, compatto e con la coda relativamente breve; altri elementi sono la forma della testa triangolare e la pupilla verticale.
In caso di morso procedere come se si trattasse di una frattura ovvero immobilizzazione della zona colpita mediante un bendaggio di tipo compressivo e, se si tratta di un arto, posizionamento di una stecca; successivamente trasporto in ospedale.


martedì 1 aprile 2008

METEO – IL FATTORE WINDCHILL (2° parte)

Il tempo meteorologico è caratterizzato da fenomeni quali la temperatura, la pressione, l’ umidità, il vento e le meteore (fenomeni naturali che si manifestano nell’ atmosfera quali pioggia, grandine, fulmini ecc.). La temperatura, che è all’ origine di ogni fenomeno meteo, si misura con il termometro: particolare importanza riveste l‘escursione termica ovvero la differenza tra la temperatura masssima e quella minima raggiunte nelle 24 ore.
In presenza di vento un termometro non è in grado di registrare la reale sensazione di freddo avvertita da un corpo umano pertanto è stato introdotto il FATTORE WINDCHILL (potere raffreddante del vento). In caso di bassa temperatura e forte vento la tabella indica qual’ è la reale temperatura avvertita da una corpo è quale è il tempo di sopravvivenza in caso di esposizione prolungata (fine 2° parte).

sabato 29 marzo 2008

COPERTA ISOTERMICA

Le coperte isotermiche alluminizzate sono particolarmente utili nell’ attività di soccorso e survival; a fronte di dimensioni e ingombro ridottissimo (nella foto il mod. piccolo misura cm. 9X2X5) hanno una elevata capacità riflettente (sono in grado cioè di trattenere fino all’ 80% del calore corporeo). Le coperte possono essere utilizzate sia per la protezione dal freddo (parte argentata rivolta verso il corpo) e dal caldo (parte dorata rivolta verso il corpo) sia come teli da segnalazione.
Realizzate con teli di poliestere metallizzato o reticolato non dovrebbero mai mancare nel nostro equipaggiamento.

mercoledì 26 marzo 2008

METEOROLOGIA (1°parte)

Il tempo meteorologico influenza in modo determinante qualsiasi attività umana pertanto la conoscenza di come le condizioni del tempo possono evolvere è di enorme importanza.
Oggi le previsioni, ottenute con sofisticati modelli matematici e con le immagini di satelliti e radar, sono molto precise. L’ attendibilità è in funzione del tempo di previsione:
– eccellente attendibilità per le previsioni alle 12 ore
– buona per quelle a 3-5 giorni
– medio/bassa per quelle a 7-10 giorni.
La conoscenza anche superficiale dei fenomeni meteorologici e la disponibilità di semplici strumenti (barometro, termometro e igrometro) consentono a chiunque di poter effettuare una previsione.
Poichè le masse d’aria si spostano, a causa dello squilibrio barico, dai centri di alta (aree anticicloniche) a quelli di bassa pressione (aree cicloniche) qualsiasi variazione significativa e repentina del barometro indica un possibile cambiamento del tempo (bassa pressione tempo brutto- alta pressione tempo bello).
Anche le nubi sono un ottimo indicatore:
– le nubi alte (cirri) indicano di norma l’approssimarsi di una perturbazione
– le nubi medie e a sviluppo verticale (cumuli) possono significare l’arrivo di un fornte freddo con piogge intermittenti e violente
– le nubi stratificate un fronte caldo con piogge persistenti.
(fine 1° parte)


venerdì 21 marzo 2008

COLTELLI PER LA SOPRAVVIVENZA

Nella sopravvivenza il coltello è uno degli strumenti indispensabili: una buona lama è in grado di aiutarci in ogni situazione. Vi propongo due coltelli pensati per il survival.
Il primo (foto in alto) è un Fallkniven Pilot Survival: è un coltello svedese molto apprezzato per la qualità e durezza dell’ acciaio (la lama sandwich è realizzata da due strati di acciaio all’interno dei quali è inserito uno strato più “duro” per mantenere il filo).
Il secondo coltello (foto in basso) è un Bushman della Cold Steel. La lama si ispira a quelle usate dai Boscimani (popolo che vive nel deserto del Kalahari). L’impugnatura, realizzata ripiegando la barra di acciaio con cui è realizzata la lama, consente l’inserimento di un’ asta in maniera da trasformare il coltello in una lancia o machete. Il Bushman, realizzato in varie lunghezze, ha un prezzo molto basso (circa 35-40 Euro).

lunedì 25 febbraio 2008

LA BUSSOLA MAGNETICA

 

 

 

La bussola è lo strumento che mediante un ago magnetico indica la direzione del Nord magnetico (punto di convergenza delle linee di forza magnetica). Il Nord magnetico non coincide con il Nord geografico (punto di incontro dei meridiani geografici); questa differenza può essere agevolmente ricavata con il calcolo della declinazione magnetica (il valore di declinazione magnetica da imporre alla bussola per trasformare il Nord magnetico in Nord geografico è trascurabile quando si percorrono itinerari brevi).
Una bussola è costituita di norma da un contenitore al cui interno vi è un perno su cui poggia l’ago calamitato che cosi è libero di ruotare in tutte le direzioni; la parte superiore del contenitore è trasparente con una ghiera graduata mentre la parte inferiore riporta una graduazione in gradi sessagesimali (da 0 a 360°) o in gradi millesimali (da 0 a 6400°°).
Il contenitore di una bussola può essere riempito di una miscela di acqua e alcol allo scopo di diminuire le oscillazioni dell’ago (l’alcol congela ad una temperatura più bassa dello 0 punto di congelamento dell’acqua). Quando si usa una bussola è buona norma mantenerla orizzontale e distante da masse metalliche in grado di interferire con il campo magnetico (carrozzeria dell’auto, piccozza ecc.).
Le bussole più utilizzate sono quelle da orientamento e quelle goniometriche con le quali è possibile effettuare la lettura di un azimut (l’ azimut è l’angolo formato tra la direzione del Nord e la direzione di un punto o oggetto individuato sulla carta topografica o sul terreno; sulla carta l’azimut viene calcolato utilizzando un normale goniometro).
La bussola viene utilizzata per muovere lungo una rotta prestabilita, per orientare la carta topografica e per leggere un azimut.
Per seguire una rotta (direzione tra due punti individuati sulla carta topografica) si procede nel modo seguente:
– si ruota la ghiera graduata sino a far coincidere il valore di rotta con la freccia di riferimento (nella foto 240° o 4200 millesimi);
– si orienta la bussola al Nord;
– mantenendo la bussola orientata al Nord si marcia nella direzione indicata dalla freccia.

mercoledì 20 febbraio 2008

IL KIT DI PRONTO SOCCORSO

Il kit di PS ci consente di eseguire piccoli interventi in caso di ferita o di un infortunio in genere. Può essere più o meno ‘elaborato’ e questo in relazione allo spazio disponibile, all’ attività che dobbiamo fare e alle nostre conoscenze nel campo del primo intervento; vediamo due diverse tipologie.
La prima riguarda un kit da portare sempre al seguito. Il contenitore può essere una semplice busta di nylon all’ interno della quale inserire dei guanti in lattice, un laccio emostatico, un pacchetto di medicazione (garze che consentono di tamponare una emorragia), alcuni cerotti, degli steri-strip (cerotti da sutura), alcune compresse di aspirina o paracetamolo (antidolorifico e antifebbrile).
Se nello zaino (o in macchina, barca ecc.) abbiamo spazio allora realizziamo un kit utilizzando uno specifico contenitore (in commercio ne esistono molti tipi) nel quale inserire: guanti di nylon, laccio emostatico, pacchetto di medicazione, cerotti, disinfettante (ad esempio Betadine o mercurocromo), pomata antiustioni, antidolorifico e antidiarroico, garze, una benda, un ago da cucire, una pinza emostatica, una forbice, una lametta da bisturi, un flaconcino di ammoniaca, della polvere emostatica.

mercoledì 13 febbraio 2008

L’ EQUIPAGGIAMENTO PER UNA ESCURSIONE

Se decidiamo di fare una escursione o una marcia in montagna (non ha importanza se resteremo fuori qualche ora e l’itinerario si presenta facile) portiamo sempre con noi un coltello pieghevole, una scatola di fiammiferi, del cordino di nylon.
Se poi l’escursione si presenta più impegnativa allora è necessario mettere in atto alcune misure di sicurezza e adeguare il nostro abbigliamento ed equipaggiamento al tipo di attività che si intende fare.
a. misure di sicurezza:
prima di muovere controlliamo sempre il nostro itinerario su di una carta topografica (o carta dei sentieri); se non possiamo portare al seguito la carta cerchiamo almeno di memorizzare quanti più particolari possibile;

– lasciamo detto (a chi rimane in base, ai gestori del rifugio, al personale della locale Sezione del CAI ecc.) in quale località siamo diretti e quante ore resteremo fuori; se possediamo un telefono cellulare lasciamogli anche il nostro numero. Memorizziamo i numeri di emergenza (CAI, Guardia Forestale, Eliambulanza ecc.);
– informiamoci sulle condimeteo: le previsioni a 9-12 ore sono molto precise.

b. abbigliamento ed equipaggiamento:
– se ci troviamo in montagna portiamo sempre al seguito una giacca a vento o un indumento pesante (il tempo in montagna cambia rapidamente e la temperatura può scendere di parecchi gradi -pericolo di ipotermia);
nel nostro zaino non deve mai mancare una mantellina impermeabile (poncho) e un kit di pronto soccorso
Realizziamo inoltre una scatola di sopravvivenza e portiamola sempre con noi.
Se ci siamo persi ecco cosa fare:

1. mantenere la calma (chi è in preda al panico non ragiona!): se abbiamo lasciato detto a qualcuno dove intendevamo andare e l’ora del rientro prima o poi ci verranno a cercare!
2. se abbiamo con noi un telefono cellulare chiamare uno dei numeri di emergenza e descrivere la zona dove ci troviamo;
3. altrimenti tornare indietro per cercare di ritrovare il sentiero perso e riconoscere una zona che ci è familiare;
4. scendere verso il fondovalle seguendo il corso di un torrente o una linea elettrica o dirigere nella direzione in cui si ritiene ci sia un centro abitato o una strada (ci può essere di aiuto il fatto di aver memorizzato, prima di partire, l’ itinerario sulla carta topografica);
5. se si sta avvicinando il buio fermarsi, costruire un riparo per la notte e accendere un fuoco.

Nel realizzare il riparo attenersi ai seguenti criteri:
– scegliere una zona riparata dai venti di tramontana (venti provenienti da Nord);
– evitare le depressioni (l’aria fredda si deposita in basso) e i letti asciutti dei torrenti (in caso di pioggia c’è il pericolo di una piena);
– trovare un luogo vicino all’acqua e dove sia possibile avere sufficiente legna da bruciare durante la notte (macchia, bosco ecc.).

martedì 12 febbraio 2008

IL NODO PRUSIK



Il nodo Prusik è un nodo autobloccante in quanto stringe se sottoposto a trazione; nel momento in cui cessa la trazione può essere facilmente allentato. Si esegue con un asola di cordino e in sostanza consiste nell’ effettuare, sulla corda su cui ci si deve bloccare, una bocca di lupo doppia o tripla.

I NODI SCORSOI

I nodi scorsoi sono nodi che sottoposti a trazione ‘scorrono’ e pertanto si stringono sull’ oggetto sul quale sono stati “incappellati”:
nodo dell’ impiccato (in alto nella foto) : è un ottimo nodo scorsoio in quanto non si allenta con il cessare della trazione
parlato scorsoio (in basso nella foto): il nodo scorsoio è ottenuto con la gassa di un nodo parlato.

LE GASSE


Le ‘gasse’ sono degli occhielli o asole di corda che vengono eseguite all’ estremità di una corda e non sono scorrevoli.
gassa d’amante (foto a sin.): nodo “fondamentale” che si presta a numerosi utilizzi. La sua esecuzione richiede un po’ di pratica
nodo Savoia doppio (foto a des.): serve, ad esempio, per collegare l’estremità della corda all’ imbragatura da alpinismo.


I NODI DI AVVOLGIMENTO


I nodi di avvolgimento servono per “avvolgere” (bloccare) la corda su di un oggetto: palo, picchetto, anello, moschettone.
parlato semplice (foto a sin:): è un nodo molto usato sia nell’ alpinismo che nella nautica
bocca di lupo (foto a des.): semplicissimo da eseguire non deve però essere utilizzato per assicurare una persona.

I NODI DI GIUNZIONE



I nodi di giunzione servono per unire 2 corde di uguale o diverso diametro, sono facili da eseguire e si sciolgono facilmente:
nodo piano (foto a sin. in alto): serve per unire 2 corde di uguale diametro. Attenzione! Con le corde in nylon tende a scorrere
nodo rete (foto a sin. in basso): serve per unire 2 corde di diametro diverso. Ha un’ottima tenuta. Viene utilizzato anche per fare le reti
nodo inglese (foto a des. in alto): serve per unire corde di uguale o diverso diametro. Ha un’ ottima tenuta
nodo rete doppio (foto a des. in basso): come sopra, molto sicuro.

Come realizzare una ZAGAGLIA

ll mio amico Marcello, Istruttore di kayak, è anche un esperto nel lancio della “zagaglia” (partecipa ogni anno, con buoni risultati, ai Campionati Europei che si svolgono in Francia). Realizza la zagaglia e il propulsore con materiali poverissimi: le lance, di circa 2 metri, vengono realizzate con delle semplici canne di fiume su cui inserisce come punta un tondino di legno duro appuntito. Gli impennaggi posteriori sono fatti con normalissime penne di volatile. Per il propulsore usa bacchette di legno duro alla cui estremità ricava il dente che va ad inserirsi nella parte posteriore della canna.
La tecnica di lancio non è difficile ma richiede una buona pratica; la zagaglia è in grado di colpire, con ottima precisione, un bersaglio posto anche a 100 metri!
Per maggiori informazioni si può visitare il sito: http://www.archeologiasperimentale.it/

IL PROPULSORE DELLA ZAGAGLIA

Continue Reading

Scroll to top