COME SOPRAVVIVERE IN UNA ZONA GLACIALE
SOPRAVVIVENZA NEL CIRCOLO POLARE ARTICO ED ANTARTICO:
L’Artide e l’Antartide sono i luoghi più freddi ed inospitali della Terra.
Sopravvivere in queste zone richiede grande forza di volontà ma anche delle buone conoscenze.
Le temperature gelide non hanno permesso lo sviluppo di città in queste zone.
Le popolazioni che popolano l’Artide sono solamente due: gli INUIT e gli YUPIK, mentre l’Antartide è disabitata (ad eccezione delle circa 5.000 persone che vivono nelle oltre 80 basi scientifiche, e che si riducono a 1.000 durante i mesi invernali).
Entrambe le zone vengono comunque visitate da migliaia di persone all’anno per scopi sportivi, scientifici e turistici.
GEOGRAFIA:
IL CIRCOLO POLARE ARTICO:
L’Artide comprende l’Oceano Artico, le terre all’estremo nord di Russia, Alaska, Canada, Groenlandia, Islanda, Finlandia, Svezia, Norvegia e le isole che le fronteggiano tra le quali le isole Svalbard, l’arcipelago della Terra di Francesco Giuseppe, Novaja Zemlja, Severnaja Zemlja, le isole della Nuova Siberia, l’isola di Wrangel, le isole lungo la costa dell’Alaska e l’arcipelago artico canadese.
IL CIRCOLO POLARE ANTARTICO:
Comprende tutte le terre e tutti i mari che circondano il Polo Sud. L’Antartide è considerato un deserto, il 98% del suo territorio è coperto da una coltre di ghiaccio molto spessa.
TEMPERATURE GLACIALI:
Nel periodo invernale al Polo Nord le temperature oscillano tra i -25°C e i -40°C e nelle parti più interne possono arrivare anche a meno 60°C mentre al Polo Sud le temperature oscillano tra i -40°C e i -80°C a seconda delle zone.
CURIOSITA‘: il 21 luglio del 1983 nelle base antartica russa di Vostock è stata documentata la temperatura più bassa mai registrata in natura sulla terra -89,2°C.
Nel periodo estivo al Polo Nord le temperature sono comprese tra i -10°C e i 10°C in alcune zone si toccano anche i 30°C, mentre al Polo Sud raramente le temperature salgono al di sopra dei -20°C.
FLORA E FAUNA AI POLI:
ARTIDE:
Vegetazione composta da piccoli arbusti striscianti, piante erbacee, licheni e muschi.
Numerosi animali, sia marini che terrestri, si sono adattati a queste zone glaciali. Troviamo mammiferi come l’orso polare, la volpe artica, il caribù, il bue muschiato, l’ermellino e la lepre artica; tra le creature marine ci sono le foche (foca della Groenlandia, foca fasciata, foca dagli anelli), il tricheco e altri cetacei tra cui la balena della Groenlandia, il narvalo e il beluga. Inoltre i cieli dall’Artide sono sorvolati da un gran numero di specie di uccelli.
ANTARTIDE:
In mare troviamo un fauna molto ricca composta da crostacei, krill, salpe, meduse, foche, cetacei, balene, leoni marini, ricci e moltissimi altri pesci.
Sulla banchisa troviamo pinguini e uccelli marini come l’albatro.
Mentre all’interno del continente le uniche forme di vita che vi si trovano sono batteri, microrganismi e alcune specie di invertebrati.
Nel mare si trovano molte alghe, sul suolo invece si trova una vegetazione costituita quasi esclusivamente da muschi, epatiche e licheni.
L’EQUIPAGGIAMENTO:
L’abbigliamento ideale deve mantenere caldo corpo, mani e piedi; evitare la sudorazione; consentire la libertà dei movimenti oltre ad essere confortevole.
Si consiglia un abbigliamento a strati per creare delle camera d’aria che isolano dal freddo. Diversi strati sovrapposti di tessuti leggeri risultano più efficaci di uno o due strati di tessuti pesanti.
Per il kit di sopravvivenza e il vestiario si consiglia: l’immancabile coltello multiuso, occhiali da sole, binocolo, occhiali da neve contro i raggi UV, giubbotto impermeabile (Anorak o Parka), abbigliamento in pile, cappello (passamontagna), guantoni da neve, sciarpa, coperta in alluminio, abbigliamento termico e non sintetico, creme solari, costume da bagno, scarponi comodi da neve, stivali di gomma (alti almeno fino al ginocchio), zaino impermeabile, ciaspole (racchette da neve) e ascia da ghiaccio.
Ricordate di non lasciare oggetti di colore scuro sulla neve, poiché potreste non trovarli più (gli oggetti scuri catturano maggiormente i raggi del sole e si scaldano, affondando nella neve).
Se uno oggetto metallico per il freddo si attacca alla pelle urinategli sopra.
Per partire per queste zone non sono necessarie vaccinazioni obbligatorie.
Si raccomandano precauzioni per problemi di ipotermia, scottature solari, disidratazione, congelamento e cecità da riflesso della neve. Portare le medicine di uso abituale ed eventualmente pastiglie per il mal di mare.
Le racchette da neve vi permetteranno di camminare più agevolmente sulla neve fresca, sono quindi uno strumento estremamente consigliato da avere a disposizione.
Potete improvvisare degli sci con due tavole di legno e del filo oppure una slitta di fortuna per coprire in minor tempo una lunga discesa.
LA CECITA’ DA NEVE:
La neve che riflette i raggi ultravioletti è molto pericolosa per i nostri occhi.
I raggi UV colpiscono direttamente e ripetutamente la cornea provocando un’infiammazione.
I sintomi sono lacrimazione eccessiva, dolore agli occhi. Si può arrivare anche alla cecità parziale o totale momentanea. La cecità da neve non è permanente e regredisce rapidamente entro una settimana. Generalmente la vista ricompare dopo le 18 ore.
Per evitare l’esposizione alle nevicate indossare gli occhiali da sole polarizzati o legarsi intorno agli occhi una benda con due piccole fessure per vedere.
Se si è colpiti da cecità da neve: coprire gli occhi e applicare bendaggi freschi facendo attenzione al possibile congelamento.
ORIENTARSI CON I SASTRUGI:
La sastruga è un irregolarità prodotta dal vento sulla superficie fresca della neve. Ha forma variabile secondo l’intensità e la durata del vento e le condizioni superficiali della neve.
In pratica è una duna di neve formata dal vento (il principio è simile a quello delle dune di sabbia nel deserto). Osservando la duna si nota che dalla parte dove tira il vento si forma il bordo più alto, questo è un ottimo indicatore della direzione principale dei venti. Quindi se vi trovate al polo nord seguite il sastrugi per raggiungere il mare o la costa.
Sbagliare direzione ai poli può essere fatale se intraprendete la direzione errata potreste addentrarvi nel cuore del continente dove le temperature si abbassano notevolmente e la flora e la fauna si fanno sempre più scarse, e con questi presupposti si andrebbe verso la morte certa.
CIBO (CACCIA E PESCA):
In climi rigidi il nostro corpo consuma il doppio delle calorie giornaliere che consumerebbe normalmente nell’arco della giornata.
I cibi più facili da trovare sono pesci, piccoli animali e uova di uccelli (in queste zone gli uccelli depongono le uova direttamente sulla terra, quindi osservate bene il terreno).
Gli animali più grossi (foche, volpi…) si possono catturare con trappole o stordendole colpendole in testa con un oggetto pesante. Gli animali in queste zone conoscono poco l’uomo ed è facile avvicinarle anche con espedienti primitivi (ad esempio nascondendovi sotto un telo bianco o cogliendole alle spalle).
Se trovate degli escrementi e delle orme vuol dire che ci potrebbe essere qualche animale nelle vicinanze, potreste trovare delle renne, delle lepri, delle volpi…
Se ne individuate un branco o un gruppo piazzate sul loro sentiero delle trappole (più ne preparate più avrete probabilità che qualcuna catturi una preda), poi cercate di aggirarle andando dalla parte opposta. Per fare questa operazione muovetevi lentamente e mimetizzatevi, gli animali da queste parti hanno un’ottima vista e un ottimo olfatto (camminate con il sole alle spalle poichè gli animali tendono a non girarsi verso di esso per non accecarsi). Cogliete il branco all’improvviso, alle loro spalle, e cercate di spaventarlo cercando di indirizzarlo nella zona in cui avete nascosto le trappole.
Una volta catturato l’animale bisogna subito aprirlo ed eliminarne le interiora, prima che si congeli e diventi troppo duro.
E’ sempre meglio bollire o arrostire la carne prima di mangiarla (l’animale potrebbe essere malato), stessa cosa vale per i pesci.
Catturare un’animale di medie dimensioni vi potrà sfamare per circa due settimane. Inoltre gli animali nelle zone glaciali hanno una pesante pelliccia che gli permette di sopravvivere al grande freddo. Potrete scuoiarlo è sfruttare il suo manto per ripararvi dalle basse temperature.
La poca vegetazione che si trova in questi luoghi è commestibile, da essa si possono fare delle ottime zuppe.
PESCA NEL GHIACCIO:
Se trovate un lago ghiacciato potete forare il ghiaccio per provare a pescare in profondità.
Fissare l’amo su una corda lunga 1 metro e legarlo a un bastone che adagerete sul foro. Per evitare che il foro d’entrata si congeli potete mettere un ramo di pino nel buco.
L’ACQUA GELIDA:
Se sfortunatamente cadete o scivolate nell’acqua fredda di un lago o di un fiume uscite il più in fretta possibile, la sopravvivenza in acque gelide si misura in minuti. Cercate di non farvi prendere dal panico; agitate mani e piedi per raggiungere la riva. Una volta usciti non restate fermi muovetevi per riscaldare il corpo. Se i vestiti sono bagnati toglieteli e strizzateli poi fateli ghiacciare e rindossateli. Un indumento asciutto ma gelato è meglio di uno fradicio.
Muovete le mani e battete i piedi per 5 minuti per prevenire il congelamento.
Un modo per rifare affluire il sangue alle dita e di agitare vigorosamente le braccia avanti e indietro all’altezza del petto.
Cercate anche di accendere un fuoco per recuperare calore, se non potete mettetevi subito in marcia senza mai fermarvi.
Fate molta attenzione a dove camminate, lo shock per un immersione improvvisa in acque molto fredde può provocare anche un arresto cardiaco per il contrarsi delle vene nel corpo, oppure si può svenire e affogare.
Con gli indumenti bagnati il corpo perde rapidamente calore, se la temperatura corporea si abbassa troppo si rischia l’ipotermia.
L’ipotermia comincia quando la temperatura interna del corpo umano scende sotto i 35 gradi. Si considera ipotermia grave quando la temperatura interna raggiunge i 26 gradi, al di sotto dei 24 gradi si considera l’ipotermia come letale.
Ricordate che su un lago ghiacciato, su un pack o su un icefield, 5 centimetri di spessore del ghiaccio sono sufficienti per poter sorreggere il peso di un uomo adulto.
FUOCO:
In un clima glaciale accendere un fuoco per riscaldarsi è essenziale.
I fiammiferi impermeabili o un acciarino risultano indispensabili in zone come queste.
Trovare legna da ardere è piuttosto difficile e a maggior ragione in Antartide, ma nelle zone più vicine alla costa soprattutto al polo nord un po’ di vegetazione si trova.
A complicare le cose è che spesso la legna trovata è umida e bagnata.
Si può usare il grasso delle foche come combustibile ma anche come cosmetico per combattere il gelo.
RIPARO:
Per ripararvi dal freddo e passare la notte potete costruire la classica igloo o un rifugio nella neve (guardate qui come fare anche in altri nostri articoli).
Ricordate che in una buca sotto la neve si sta più caldi che all’interno di uno scafo metallico ad esempio di un aereo.
Non dormite mai a contatto diretto con la neve, isolatevi dal terreno stendendo un telo impermeabile o dei rami e foglie (aghi).
Cucinare sempre dentro al rifugio per tenere caldo l’ambiente.
L’ACQUA:
Riscaldate la neve e il ghiaccio prima di berle in un pentolino.
Non scaldate mai il ghiaccio di origine marina per berlo poichè contiene sale.
Non succhiate mai il ghiaccio o la neve per non far perdere calore inutile al corpo.
Bevete l’acqua che si accumula nelle pozzanghere sul ghiaccio o forate il suolo per sfruttare l’acqua con un pozzo primitivo.
Non bere alcol, anche se immediatamente riscalda, subito dopo provoca una contrazione venosa che causa un raffredamento ancora più forte e pericoloso di quello che si sentiva prima di bere.
SEGNALAZIONE:
Circa l’80% del pesce bianco che si trova sui banconi dei supermercati proviene dai mari dell’Artico, le acque del polo Nord sono costantemente navigate da pescherecci. Se riuscite a raggiungere la costa potrete sicuramente incontrarne una.
Importante: per segnalare sulla neve utilizzare colori che siano in contrasto con il bianco (agitare un pezzo di stoffa rossa è l’ideale). Il rosso è una tinta molto visibile su sfondo nevoso.
Per segnalare accendete un fuoco che produca fumo nero, per farlo potete bruciare gomma e plastica, due materiali che non sono difficili da trovare sulle coste polari (infatti in queste zone navi e battelli spesso abbandonano rifiuti di vario genere).
Se riuscite a costruire una zattera o un imbarcazione potrete cercare di avvicinarvi alle rotte di navigazione in modo di avere più possibilità di essere soccorsi.
Per spostarvi di possono anche usare lastroni di ghiaccio galleggianti.
Importante: la zattera dovrà essere resistente e capace di tenervi a galla. Se l’imbarcazione di fortuna cedesse, avreste poco tempo per essere tratti in salvo, prima di morire nelle acque gelide.
tratto da blog.sopravvivenza.it