Autore: SOS2012

SAPER RICONOSCERE GLI ALBERI

 

Saper riconoscere un albero non è fondamentale ai fini della sopravvivenza però può tornare utile. Ad esempio quando ci si orienta con una carta topografica sapere che un’ area boscosa è formata da alberi di una determinata specie (indicati sulla carta) può aiutare. Se invece vogliamo costruire un arco artigianale allora ci serve un legno flessibile come quello del TASSO o del FRASSINO.

FRASSINO (Alto fino a 40 metri. I frutti (samare)

sono lungamente alati. Nell’antichità fu un albero sacro, mistico e magico.

TASSO

Alto sino a 10 metri. Aghi verde scuro. Frutti rossi  velenosi, sono appetiti dagli uccelli.’. Il legno è durissimo e compatto

E’ bene saper riconoscere gli alberi più diffusi sul nostro territorio: come fare? Semplice….procuriamoci una guida illustrata e esercitiamoci attraverso l’ osservazione delle foglie, cortececcia e forma della pianta COME ABBIAMO FATTO IO E LEONIDA. L’ albero della foto è un CERRO, una quercia molto diffusa in Italia con un legno duro e compatto che brucia lentamente e produce una brace persistente.

SURVIVAL, PIANTE COMMESTIBILI: LA MALVA, L’ORTICA, LA FELCE, IL CARDO, IL SAMBUCO

Il cardo-mariano è un ortaggio simile al carciofo. Pianta infestante cresce spontanea nei campi incolti e nei pascoli . Del cardo possono essere utilizzati sia i gambi che le foglie più giovani dopo aver tolto eventuali spine.

Pianta molto utilizzata a scopi terapeutici: le radici e la corteccia sono lassative. Il sambuco è difusissimo e si trova nei campi incolti e lungo i sentieri e i ruscelli. I giovani getti terminali, bolliti a lungo, possono essere mangiati.

 

Si tratta di altre due piante diffusissime e facili da riconoscere: la felce cresce nelle zone umide e in ombra. Possono essere usate le radici e i gambi dopo pulitura e bollitura.

 

 

 

 

 

 

La malva cresce nei campi e lungo i sentieri: le foglie, nonostante il sapore particolare, possono essere usate come una normale insalata.

Pianta alta fino a 200 cm diffusissima in tutto il mondo e facilmente riconoscibile. Molto usata come pianta medicinale, sia le foglie che i germogli, bolliti, risultano essere commestibili.

FONTE

Sopravvivenza, Kit per Caccia e Pesca e metodi per le Trappole

Nella scatola della sopravvivenza (in questo caso realizzata con un barattolino di gomme da masticare) può essere inserito un kit costituito da:
– ami di diversa grandezza, piombi sferici e filo di nylon (il galleggiante per la lenza può essere fatto con materiali di fortuna)
– lacci per la cattura di piccoli animali (realizzati come nella foto).

Realizzare delle trappole per catturare piccoli mammiferi, roditori o uccelli è abbastanza facile:è sufficiente possedere un coltello e del cordino o filo di ferro o nylon. Più difficile è individuare il punto dove piazzarle. Bisogna prestare molta attenzione alle tracce e trovare dove l’animale va a mangiare (presenza di escrementi) o transita (traccia lasciata sul terreno o nell’ erba). Può aiutare la creazione di un passaggio obbligato (disegno a dx) o un esca.

ATTENZIONE: i lacci, per la sofferenza che provocano agli animali sono VIETATI. Devono essere usati solo in caso di emergenza e per poter sopravvivere.

FUOCO: ACCENSIONE CON ARCHETTO

Accendere un fuoco con mezzi di fortuna è molto difficile e richiede una lunga pratica; è bene però conoscere la tecnica e provare a fare alcuni tentativi. Il legno da usare deve essere secco e perfettamente asciutto. E’ inoltre necessario disporre di un esca (paglia, muschio, lanugine prodotta da alcune piante) senza la quale non è possibile accenderlo. Lo sfregamento dello stecco (più duro) nel foro praticato sulla tavoletta provoca dei frammenti incandescenti che accendono l’ esca: è un po’ il principio dell’ acciarino!

Per tenere fermo lo stecco mentre ruota velocemente potete usare una pietra concava; per la corda dell’ archetto vanno bene anche i lacci delle scarpe.

COORDINATE GEOGRAFICHE E COORDINATE CHILOMETRICHE

Ogni GPS fornisce i dati di posizione con coordinate geografiche (latitudine e longitudine) e coordinate chilometriche (valori del reticolato chilometrico); mentre le carte nautiche (edite dall’ Ist. Idrografico MM) riportano solo i valori relativi alla lat. e long., quelle dell’ IGM riportano entrambi i valori.
Coordinate geografiche: i valori calcolati dall’equatore (lat.) e dal meridiano di M.Mario (long.) sono indicati ai margini del quadro di unione (vedi foto).
Coordinate chilometriche: si tratta di un fitto reticolato che da origine a quadrati di un chilometro di lato; i valori metrici sono calcolati partendo dall’equatore (lat.) e dal meridiano centrale del fuso a cui è stato dato un valore convenzionale di 500 km (i valori pertanto decrescono verso Ovest e aumentano verso Est). Per trovare un punto sulla carta o fornire le coordinate dello stesso si deve usare il coordinatometro (i più esperti possona farlo ad occhio) seguendo le istruzioni contenute sul margine destro della carta.
E’ un sistema facile ma che richiede un po’ di pratica pertanto è necessario dotarsi di un coordinatometro (o un compasso o un righello) ed esercitarsi a lungo su di una carta IGM. L’uso delle coordinate chilometriche è da preferire a quello delle coordinate geografiche in quanto più facile, rapido e soggetto a minori errori.

SOPRAVVIVENZA: IN CASO DI MORSI O PUNTURE

Vipera: pericolo medio/elevato-lavare la ferita ed effettuare un bendaggio-steccare se si tratta di un arto-non incidere nè succhiare

 
Malmignatta: pericolo elevato-lavare, disinfettare e applicare ghiaccio o acqua fredda-non incidere
 
Scorpione: pericolo medio/basso-applicare ghiaccio o acqua fredda
 
Api e vespe: pericolo medio/elevato-togliere l’aculeo e applicare ghiaccio-in caso di orticaria applicare una pomata antistaminica
 
Tafani: pericolo medio/basso-lavare bene e disinfettare-non mettere ammoniaca
 
Tracina: pericolo medio/alto-immergere la parte colpita in acqua calda o sabbia calda-asportare le spine-non usare ghiaccio o ammoniaca
 
(a cura di L. Terzoli)

SOPRAVVIVENZA: Kit Pronto Soccorso completo

Kit Pronto Soccorso completo:

 

Ricordate di controllare sempre la data di scadenza di ogni farmaco prima di portarvelo dietro. Le temperature troppo calde o troppo fredde possono accorciare la vita di un farmaco (ad esempio un siero antivipera resiste pochi mesi fuori dal frigorifero, mentre alcuni farmaci col calore si sciolgono).

 

Il kit di pronto soccorso deve essere leggero è puramente orientato al tipo di zona e di attività che si andrà a fare. Se si viaggia con un mezzo orientarsi per un kit di pronto soccorso completo, mentre se ci si sposta con uno zaino scegliere un kit di primo soccorso basilare che stia stipato in una valigetta possibilmente impermeabile (se c’è la possibilità che il kit possa bagnarsi, e la valigetta non è a tenuta stagna, chiudere il kit in un sacchetto di plastica integro facendo un bel nodo stretto).

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  • Laccio emostatico
  • Cerotti di varie forme e dimensione
  • Bende e garze
  • Bisturi, ago e filo (sterili)
  • Pinze, forbici
  • Siringhe sterili monouso
  • Cotone idrofilo
  • Collirio
  • Decongestionante per l’orecchio
  • Aspirina
  • Pastiglie per il mal di mare o d’auto
  • Pastiglie antiallergiche
  • Pillole di destrosio
  • Cortisone
  • Compresse polivitaminiche
  • Mercurocromo (per la disinfezione e la pulizia delle ferite e come cicatrizzante per piccole ferite, ustioni o abrasioni)
  • Tintura di iodio (antisettico per uso esterno e utile anche per la disinfezione di acque di superficie 3 gocce per litro, lasciando agire per 30 minuti. Utile anche per la cura da contaminazione leggera da radioattività)
  • Spray protettivo per la medicazione di ferite, lesioni e piaghe
  • Ghiaccio istantaneo
  • Pomate (per distorsioni, ustioni e contusioni)
  • Antidolorifici e antiinfiammatori
  • Antimicotici (per lieviti ed ife)
  • Sedativi, antidolorifici e analettici cardiorespiratori
  • Analgesici (per diminuire il dolore)
  • Antipiretici (per abbassare la febbre)
  • Paracetamolo (azione analgesica e antipiretica)
  • Antibiotici a largo spettro
  • Antibiotici per infezioni intestinali e antiputrefattivi
  • Antispastici (per malattie o sindromi dell’apparato gastro-enterico)
  • Antistaminici (per le manifestazioni allergiche)
  • Sciroppo
  • Spray o compresse mal di gola
  • Sieri (es. antivipera)
  • Succhiaveleno
  • Gel per le mani all’amuchina
  • Alcol denaturato
  • Ammoniaca
  • Spazzolino e dentifricio
  • Filo interdentale
  • Termometro
  • Misuratore pressione
  • Defibrillatore portatile
  • Boccaglio per respirazione bocca a bocca

 

Casi umani di SOPRAVVIVENZA ESTREMA

Quanto tempo può sopravvivere una persona in condizioni sfavorevoli?
Non si può dare una risposta generale a questa domanda.  Si può rispondere semplicemente dicendo: “dipende“.
Esistono persone che sono riuscite a salvarsi superando le situazioni più disperate; altre invece che sono morte dopo pochi giorni, quando ancora non si può parlare di morte per sete o per fame.
Ritrovarsi in un ambiente ostile a causa di un incidente navale aereo, essere vittime di un disastro naturale o artificiale, perdersi in montagna, rimanere bloccati con l’auto nel deserto sono alcune delle situazioni in cui tutti possiamo incappare, a maggior ragione se vi piace viaggiare ed esplorare.

In una situazione sfavorevole, anche se non molto grave, possiamo provare paura (paura di morire, di non farcela, di non essere cercati, di morire di sete o di fame…). Avere paura è normale l’importante è mantenerla sotto controllo in modo che non si trasformi in panico.

Alla base della sopravvivenza c’è la volontà, la determinazione e la tenacia di vivere. Un impatto psicologico positivo e ottimista darà un aiuto grandissimo in una situazione avversa, più di un bicchiere d’acqua e di un pasto caldo.

Significato di Volontà:
Facoltà di volere; capacità di decidere e agire in modo da raggiungere il proprio scopo.
Atto del volere, ciò che qualcuno vuole.
Disposizione ad agire in un certo modo; voglia, propensione, disposizione, impegno a far bene.


Mai rinunciare alla lotta, mai pensare di avere fatto tutto il possibile, mai arrendersi, pensare sempre positivo. Molto spesso non è lo sfinimento fisico che fa cedere un uomo ma è quello psichico, cioè la certezza di non farcela o di non essere all’altezza. Bisogna tenere duro, avere speranza di incontrare qualcuno che ci tratti in salvo e avere fiducia nelle squadre di soccorso. Nel frattempo le nostre priorità dovranno essere fuoco, riparo, segnalazione, acqua e cibo.

STORIE DI SOPRAVVISSUTI

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COME SOPRAVVIVERE ad un Attacco o ad un Disastro NUCLEARE o BATTERIOLOGICO

Le regole base di sopravvivenza in caso di attacco atomico,

come sopravvivere alla radioattività.

Alcune di queste informazioni potrebbero tornare molto utili anche nel caso in cui una centrale nucleare, a causa di un grave incidente, rilasci radioattività nell’aria.

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I RIFUGI ANTIATOMICI:

Un rifugio sicuro deve essere costruito sotto terra e deve avere un affidabile sistema di ossigenazione che impedisca all’aria contaminata di entrare nel sistema di aereazione. L’involucro è quasi sempre in cemento armato con pareti molto spesse e gli interni sono rivestiti da particolari materiali isolanti.

Piombo e acciaio sono largamente usati per la costruzione di rifugi antiatomici per la loro alta protezione dalla radioattività.

 

L’entrata del bunker solitamente è composta da una botola corazzata e una scala che porta al rifugio, per entrare nel cuore del bunker si passa dalla stanza di decontaminazione e di solito da due portoni molti spessi a tenuta stagna e a chiusura ermetica.

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All’interno del rifugio ci deve essere acqua potabile, cibo, energia elettrica e servizi igienici.

 

La grande richiesta da parte della popolazione ha fatto nascere ditte specializzate nella costruzione di rifugi antiatomici prefabbricati. La Svizzera risulta essere molto organizzata in questo settore in quanto una legge obbliga ogni cittadino a costruirsi un rifugio sotto casa con solai spessi 40 cm e muri spessi 30 cm, con un autosufficienza di cibo, acqua e aria di almeno sei mesi. Per i palazzi esistono i bunker condominali.

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I RIFUGI IMPROVVISATI:

Rifugi antiatomici improvvisati possono essere le condotte sotterranee della metropolitana, tunnel autostradali e ferroviari di una certa lunghezza, grotte, miniere, fogne ecc…

 

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Dopo l’esplosione di una bomba nucleare bisogna raggiungere velocemente un rifugio prima che cominci la ricaduta radioattiva, cioè entro mezz’ora dal lampo nel cielo.

 

Se non si riesce a trovare un rifugio sottoterra o in un bunker, optare per qualsiasi luogo sia al di sotto del metro e settanta dal livello della superficie.

Potete rifugiarvi anche in un fosso o potete scavare una buca; all’interno stare rigorosamente sdraiati a faccia in giù coprendosi bocca e naso con un panno o con la maglietta. In questo modo si eviterà l’onda termica, l’onda d’urto e la radioattività diretta.

 

Prima della ricaduta radioattiva coprire la buca o cambiare riparo.

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Se esiste la probabilità che la propria città possa essere vittima di un attacco atomico, e non si riesce ad abbandonarla, improvvisare un rifugio in una cantina o in un qualsiasi spazio al di sotto del livello del terreno rinforzando i muri con lastre di acciaio o sacchi di terra, sigillando eventuali aperture con calcestruzzo.

 

Proteggersi dal Fallout:

La ricaduta radioattiva più pericolosa è quella del primo giorno dall’esplosione, poi comincia a diminuire a seconda della potenza del ordigno esploso e dalla distanza in cui ci si trova dall’ipocentro.

E’ utile sapere quando il periodo radioattivo termina in modo da tale da poter lasciare i propri rifugi.

Quando la radioattività si abbassa a un livello tale che il suo assorbimento ci permette di sopravvivere è possibile uscire all’aria aperta.

Si può usare la regola del 7/10, cioè dopo 7 ore la radioattività è di 1/10 di quella che si ha un’ora dopo l’esplosione, quindi dopo 49 ore sarà di 1/100, dopo 343 ore di 1/1000 è così via…

 

7X7= 49 (2 giorni)  1/100= 1/10 X 1/10

7X7X7=343 (14 giorni)  1/1000= 1/10 X 1/10 X 1/10

 

Esempio:

Dopo 1 ora: 1000Rad o 10 Gray

Dopo 2 ore: 400Rad o 4Gy

Dopo 7 ore: 100Rad o 1Gy

Dopo 48 ore: 10Rad o 0.1Gy

 

NOZIONI DI SOPRAVVIVENZA IN CASO DI ATTACCO NUCLEARE:

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  • Appena si vede il bagliore nel cielo cercare un riparo immediatamente, a 2 o 3 metri da dove ci si trova.
  • Se non lo si trova mettersi dietro un muro o un riparo rivolti verso la parte opposta dell’esplosione.
  • Se non si trova nulla sdraiarsi a testa in giù e chiudere gli occhi, coprendosi le parti cutanee scoperte.
  • Non muoversi finchè non passa l’onda d’urto.
  • Ora bisogna raggiungere entro mezz’ora un ricovero possibilmente sotterraneo per sopravvivere alla ricaduta radioattiva.
  • Nello spostamento coprire naso e bocca e non guardare verso l’esplosione il forte effetto termico potrebbe bruciarvi le retine.
  • Non mangiare, bere o fumare.
  • Se al momento dell’esplosione uno si trova all’interno di un edificio, riparasi subito dietro una grossa parete o un mobile solido, stare lontano dalle apparecchiatura elettriche.
  • Una volta passata l’onda d’urto uscite a trovare un rifugio, se non trovate niente scendete nei piani più bassi dell’edificio o nel seminterrato tappezzando spifferi e finestre.
  • Se uscite a cercare un ricovero riparatevi sotto una grossa coperta che abbandonerete quando troverete un rifugio, facendo occhio agli eventuali incendi generati dall’onda termica.
  • Non utilizzate le auto, l’impulso elettrico generato dall’esplosione potrebbe aver danneggiato il motore, però potete rifugiarvi all’interno chiudendo bene tutte le possibili entrate d’aria (infilarsi in un’auto può aumentare sensibilmente le probabilità di sopravvivenza, almeno del 40 per cento).
  • Non perdete tempo con i cellulari potrebbero essere danneggiati e comunque le comunicazioni, sarebbero interrotte per via dell’effetto elettromagnetico.
  • Se durante la corsa verso un rifugio vi si depositano addosso detriti e polveri radioattive sbarazzatevi di tutti gli indumenti, fatevi più docce utilizzando molto sapone,dedicando particolare cura a capelli, mani e togliendo i residui sotto le unghie.
  • Appena entrate nel rifugio antiatomico fate una doccia di decontaminazione lasciando tutti gli indumenti e gli oggetti che avete nella stanza che precede l’entrata.
  • Una volta dentro chiudete le porte a tenute stagna e non le aprite più fin quando non dovrete uscire.

In media un rifugio antiatomico difficilmente può garantire condizioni di sopravvivenza superiori ai 5 anni.

Concludendo in caso di attacco nucleare non perdete tempo a scappare cercando di allontanarvi il più possibile dall’ipocentro ma trovate un rifugio da cui ripararvi dalla pioggia radioattiva.

 

Molti non sono a conoscenza del fallout secondario se ad esempio un ordigno esplodesse nel centro di una città, le persone che si troverebbero a un paio di chilometri una volta sopravvissuti all’esplosione scapperebbero in preda al panico ignari che la pioggia radioattiva sarà la causa della loro morte.

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In questa foto realizzata dal Dipartimento della sicurezza interna statunitense viene mostrato un grafico dei luoghi più sicuri in città per proteggersi da un attacco atomico.

 

Come notate i piani più alti sono i meno sicuri meno quelli nel sottosuolo sono i rifugi ideali.

 

Esperti e studiosi statunitensi hanno recentemente dichiarato: “Rifugio sul posto. Questo è l’unico grande messaggio, il modo migliore per salvare vite e prevenire patologie legate alle radiazioni. Va contro il nostro istinto di scappare dal pericolo per riunirci ai nostri familiari. Ma se i bambini sono a scuola o all’asilo, è lì che dovrebbero rimanere. Non si può sfuggire alla precipitazione radioattiva e gli effetti disastrosi riconducibili alla precipitazione radioattiva possono essere evitati al 100%. Si stima che 285.000 persone, senza protezione nel raggio di un miglio dalla detonazione a Los Angeles, andrebbero incontro a malattia o morte causate dall’esposizione alle radiazioni.  Solo un rifugio rudimentale, come una costruzione in legno, potrebbe salvare 160.000 persone da un’esposizione significativa. Se le persone riuscissero a trovare rifugio in seminterrati o edifici multipiano o centri commerciali, 240.000 di queste 285.000 potrebbero salvarsi. Se si riuscisse a raggiungere un parcheggio sotterraneo o il centro di un grattacielo di uffici, non si riporterebbe alcuna esposizione mortale“.

In Italia, subito dopo il disastro di Chernobyl, la protezione civile ha sviluppato un piano di emergenza nel caso in cui una centrale nucleare, vicino al confine italiano, rilasci radioattività: Piano-nazionale-revisione-1marzo-2010.pdf

 

La Iodoprofilassi – Profilassi con Ioduro di potassio:

In caso di incidente a una centrale nucleare lo stato dovrebbe fornire compresse di ioduro di potassio che forniscono protezione alla tiroide.

Tale ghiandola tende a fissare lo Iodio radioattivo 131.

 

Una compressa agisce per 24 ore e risulta essere efficace se chi l’assume è stato esposto solo da poco tempo, è efficace se assunta fino a 3 o 4 ore dopo l’esposizione.

 

fonte:sopravvivenza.myblog

IL COLTELLO PER LA SOPRAVVIVENZA

IL COLTELLO PER LA SOPRAVVIVENZA

Per tutti coloro che si muovono per un campeggio lontano dall’Europa, per un viaggio lontano o in una zona ostile priva degli agi e delle comodità a cui siamo abituati è sempre consigliabile un equipaggiamento e un vestiario adatto per il territorio in cui si andrà.

Un oggetto indispensabile che non deve mai mancare nella vostra attrezzatura per il surviving è sicuramente il famoso COLTELLO MILLEUSI DA SOPRAVVIVENZA.

Un classico coltello deve comprendere almeno la maggiorparte di questi oggetti:

  • Bussola,
  • pastiglie potabilizzanti per l’acqua,
  • attrezzatura per la pesca (filo di nylon e ami),
  • fiammiferi al fosforo antivento e antiumido,
  • seghetto,
  • altimetro (opzionale),
  • mini arpione (opzionale),
  • mini lancia (opzionale),
  • specchio segnalazione (eliografo),
  • fischietto,
  • lente per accendere il fuoco,
  • martelletto (opzionale),
  • cesoia tagliafili,
  • cacciavite,
  • pietra per affilare,
  • ago e filo per sutura,
  • bisturi,
  • ago da cucire,
  • barra al magnesio (produce scintille per accendere il fuco sfregando contro la lama del coltello),
  • tabella alfabeto morse con codice internazionale di segnalazione terra-aria,
  • corda.

Un coltello completo dovrebbe contenere tutti questi oggetti stipati tra fodero e manico.

UN CLASSICO COLTELLO MULTIUSO PER LA SOPRAVVIVENZA :

Coltello in foto: Survival Jungle King II

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SPECIFICHE TECNICHE:

COMBAT KNIFE JUNGLA II (AITOR – FOX)
Lama affilata alta qualità (acciaio 440).
Lama satinata antiriflesso con sega dentellata nella parte superiore.
Fodero verde rivestito con cordino militare (10mt).

Impugnatura antiscivolo con  apertura superiore a tenuta stagna con bussola.

Il kit comprende: Fiammiferi, ago e filo con set da cucito, amo e filo da pesca, spilla da balia, lametta, fionda, laccio emostatico, specchietto per segnalazioni ELIOGRAFO, righello con due unità di misura, tabella dei segnali del corpo e terra-aria, lama multiuso tipo arpione con cavatappi dotato di tagliasagola e di fori per fissarlo ad un bastone per costruire una lancia.

Lunghezza Lama: 22

Lunghezza Coltello: 35

Peso: 490Gr

puoi trovarlo in molti negozi specializzati o nel nostro store a prezzo di costo

fonte:sopravvivenza.blog.it

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