Come costruire una rete da caccia o da pesca
In condizioni di sopravvivenza, saper costruire una rete da caccia o da pesca può risultare estremamente utile, sia per catturare selvaggina, sia per pescare (ove ce ne fosse occasione). In questo articolo non ci soffermeremo alle differenze tra i vari tipi di rete ma punteremo a metterne insieme una di fortuna.
Senza bisogno di scendere in dettagli tecnici è più che naturale che, con materiale di recupero, difficilmente riusciremo a catturare prede (terresti o subacquee) superiori ai 25-30cm di lunghezza. Evitiamo quindi di scegliere obiettivi troppo grandi o pericolosi.
La materia prima per costruire una rete
- Rete da pesca – Per realizzare una rete da pesca dobbiamo necessariamente avere a disposizione parecchia corda. Ne abbiamo bisogno una più spessa per i bordi e una il più possibile sottile, resistente ed elastica (come costruire una corda).
- Rete da caccia – Oltre alla corda potrebbe tornarci utile qualche pietra (da massimo 0.25kg l’una) per bloccare a terra la preda e impedirle di divincolarsi. In questo caso optiamo per una corda con un diametro più sostenuto e maglie più larghe.
- Strumenti utili – Coltello/lama per tagliare, esche, pietre per non far muovere la rete durante l’elaborazione ed eventualmente dei legnetti da legare in cima alle varie corde per aiutarci ad intrecciare il tutto.
- Quanta corda serve – Per sapere quanta corda ci serve calcoliamo che per una rete di 1.5×1.5m servono almeno 300m di filamento (anzi, se possibile, abbondiamo a 350m). A meno che pensiamo di dover rimanere per parecchio tempo lontani dalla civiltà, produrre così tanta corda (manualmente) è decisamente sconsigliabile.
Come costruire una rete
Ecco alcuni rapidi passaggi:
- Spazio e tempo – Mettere insieme una rete non è difficile ma abbiamo bisogno di calma, di tempo nonchè di uno spazio ampio e piano dove distendere i filamenti affinchè non si sovrappongano. La maggiore difficoltà è nel non far aggrovigliare i vari filamenti.
- Tendere il filo di partenza – Per prima cosa occorre tendere la corda più spessa fissandola in due punti ad altezza uomo (ad esempio tra due alberi). Questa corda di partenza deve essere lunga quanto il lato della rete (es. per una rete di 3x3m deve essere lunga più di 3m).
- Dimensioni della maglia – Alla corda tesa appoggiamo a distanze regolari (es. ogni 3cm) delle cordicelle doppie (lunghe 3m l’una) e fissiamole grazie a dei nodi a bocca di lupo (fig.1A-B). Ricordiamo che la distanza che intercorre tra un filamento doppio e l’altro stabilisce la lunghezza della diagonale minore di ciascun rombo della rete.
- Intrecciare la rete – Fissati tutti i filamenti doppi a debita distanza, non ci resta che prendere una cordicella da un filamento doppio e una da quello limitrofo per poi annodarle a metà della distanza (fig.1C-D-F-G). Si tratta di afferrare i due filamenti, creare un cerchietto, entrare nel maglio superiore, passare per il cerchietto e tirare i capi tenendo un dito nel maglio superiore all’altezza dove vogliamo che il nodo rimanga.
- Simmetrie – Se sbagliamo è probabile che dovremo rifare tutto da capo (una volta tesa, la rete è difficile da disfare); facciamo quindi attenzione a mantenere i nodi paralleli tra un filamento e l’altro. Come maglie della rete proviamo inoltre a creare dei quadratini invece che dei “rombi allungati”.
- Fissare la rete – Conclusa la rete, facoltativamente, possiamo fissarne le cordicelle inferiori “penzolanti”. Prendiamo un’altra cordicella e fissiamoci a distanze regolari ciascun filamento con un nodo parlato o un nodo a mezza chiave (fig.1H).
- Infilare la rete – Una volta ultimata la nostra rete può essere “infilata” in una corda più spessa. Facciamo passare attorno al suo perimetro, un rombo si e uno no, la nostra corda. Nel caso di rete da pesca infiliamo i galleggianti nella corda esterna e non nella rete. In caso di rete da caccia fissiamo i sassi-zavorra sulla rete stessa e non alla corda esterna.
- Accorgimenti – Assicuriamoci di fissare tutti i nodi in modo tale che non si muovano. Prima di utilizzare la rete testiamone solidità/elasticità sul terreno di impiego (acqua, terra, aria, ecc.).
Come usare la rete
Per quanto parleremo più approfonditamente di caccia e pesca con la rete, ecco alcuni spunti:
- Pescare – Abbiamo molte possibilità di impiego per la nostra rete, eccone alcuni: ben fissata ai lati di un piccolo torrente (in maniera tale da poter essere recuperata da un solo lato); in una struttura a clessidra (da cui è facile entrare attratti da un’esca ma difficile uscire); applicata ad un retino (un bastone ben fissato ad una robusta struttura di sostegno circolare/rettangolare); fino all’uso tramite barca e galleggianti. In tutti i casi facciamo in modo che la nostra rete sia stabile almeno 3 lati su 4 (zavorrata sul fondale e ai lati) in maniera da evitare la fuga dei pesci.
- In generale – Facciamo anche attenzione alla dimensione delle maglie della rete e alla loro resistenza in relazione alla preda che vogliamo imprigionarvi. Non di rado anche piccoli animali/pesci sono dotati di apparati acuminati in grado di tagliare la nostra corda (denti, unghie, protuberanze ossee, cartilaginee, ecc.).
- Cacciare – Per la caccia, una rete può essere utile se zavorrata e lasciata cadere dall’alto o ad esempio sollevata dal basso per poi chiudersi su se stessa.
- Trasporto – Oltre che per catturare pesci e selvaggina una rete chiusa può aiutare a trasportare oggetti. Vedere anche come costruire un’amaca e un ponte di corda.
Gli impieghi sono molteplici ma non è facile improvvisarsi cacciatori o pescatori in breve tempo, occorre fare pratica e progettare strategie efficaci. Istinto, agilità e riflessi che noi abbiamo dimenticato vanno affrontati con l’ipertrofica capacità umana di ragionare.
Sopravvivenza: la costruzione di un badile, una vanga o una pala
A cosa può servire una pala
Avere a propria disposizione un utensile come un badile o una vanga può in più modi facilitare la sopravvivenza in condizioni ostili (non è un segreto che scavare a mani nude una fossa più profonda di 60cm sia decisamente arduo); le evenienze più comuni, sono quelle che ci vedono costretti a: ricavare canali di scolo, trappole, dissotterrare/nascondere oggetti o ancora ammucchiare rapidamente del materiale (ghiaia, sabbia, neve, ecc.).
In questa spiegazione cercheremo un modo efficace per mettere insieme un badile, una vanga e/o una pala di fortuna. Prima di iniziare è tuttavia importante dire due cose: la prima è che la durata dell’attrezzo che andiamo ad “assemblare” sarà molto ridotta, la seconda che la sua longevità sarà fortemente influenzata dai materiali, dalla cura con cui lo fabbricheremo e soprattutto dal terreno in cui lo impiegheremo.
I materiali per mettere insieme la pala
Scegliamo bene cosa usare in relazione a ciò che abbiamo a nostra disposizione e progettiamo il nostro utensile di conseguenza:
- Strumenti utili – Non dobbiamo farci mancare una “lama” per tagliare (di roccia o metallo – come costruire un coltello), una pietra per levigare e una per piallare.
- Il manico – Per il manico occorre trovare un legno spesso, lungo, asciutto, non fessurato e robusto; in assenza di legno è possibile impiegare del materiale plastico rigido (pieno) o del metallo (meglio se cavo); per quanto riguarda le dimensioni, nel caso specifico, l’ideale sarebbe da un minimo di 15cm di diametro fino ad un massimo di 20cm per una lunghezza minima di 85cm fino a circa 130cm. La sezione, quadrata, rettangolare o rotonda non è rilevante.
- La pala – Per questa componente possiamo optare per i seguenti materiali (in ordine di efficacia): metallo (per scavare terra mista a pietra), pietra (per scavare terra), legno (per fango) o plastica molto resistente (per sabbia, neve o spostamento oggetti). In quanto a misure dobbiamo stare entro questi parametri: da un minimo di 20cm ad un massimo di 30cm di larghezza e da un massimo di 35cm ad un minimo di 20cm di lunghezza; per quanto concerne lo spessore, se non abbiamo metallo, è consigliabile non scendere sotto i 2-2,5cm e non salire sopra i 4-4,5cm.
- La corda – Abbiamo bisogno di parecchia corda del diametro di circa 2-3cm per una lunghezza di 5-6m (in ogni caso meglio abbondare dato che dovremo certamente apportare modifiche o sostituzioni). Per la costruzione della corda rimandiamo al tutorial come costruire una corda.
Come costruire la pala
Premesso che difficilmente otterremo una pala con cui sarà “confortevole” lavorare, ecco le indicazioni di assemblaggio delle parti (in figura 1 possiamo vederne un esempio):
- Lavorare il bastone – Aiutandoci con una roccia cerchiamo di ottenere un “manico” liscio, regolare, levigato e privo di schegge; fatto questo occorre individuarne l’estremità con il diametro maggiore e praticarvi, esattamente a metà, un leggero incavo nel quale cercheremo di incastrare la pala (fig.1A).
- La forma della pala – A seconda del lavoro che dobbiamo portare a termine esistono più forme utili (es. per la neve una forma più rettangolare, per un terreno più impervio una più triangolare) ma la “via di mezzo” descritta in figura 1 è senza dubbio la più versatile. Nel delimitare questa componente cerchiamo di lasciare anche un’area sagomata “ad incastro” come descritto in figura 1A in verde (che va poi a combaciare con l’incastro del manico).
- La superficie della pala – Prima di collegare manico e pala, se questa ha spessore e resistenza sufficiente, è possibile levigarne la superficie creando un leggero incavo (come se fosse un cucchiaio) e “affilarla” fino a ricavare una specie di di filo nella parte inferiore; apportando queste migliorie renderemo l’atto dello scavare notevolmente più agevole.
- I buchi – I fori di figura 1 vanno praticati affinchè la corda possa passarvi attraverso e fissare la due parti; nel ricavarli ricordiamo sempre e comunque di definirli in zone intermedie (mai vicino ai bordi), che devono essere molto piccoli e assolutamente ben levigati all’interno (onde evitare un’usura esponenzialmente superiore della corda).
- Collegare pala e bastone – Il punto nevralgico dello strumento è quello che collega il manico alla pala, come descritto in figura 1 dobbiamo creare una struttura solida e stabile: facciamo passare simmetricamente i due estremi della cordicella attraverso tutti i buchi alternando via via a incroci di cordicelle diagonali passaggi orizzontali e a passaggi orizzontali altrettanti obliqui. Non ci sono regole fisse, tutto sta nel peso della pala e nello spessore/resistenza della corda, l’unica certezza è che la tensione deve essere massima.
- L’impugnatura – Dato l’ampio diametro che abbiamo calcolato possiamo permetterci di levigare e/o assottigliare i punti in cui la impugneremo e, in secondo luogo, di avvolgerla con degli stracci o con della corda più morbida; il fatto di curare un’impugnatura “ergonomica” può fare la differenza tra conservare le proprie mani intatte per tutto il tempo dello scavo oppure no.
- Rifiniture – Una volta ultimato il lavoro è possibile cospargere di materiale “colloso” non tossico o nutriente (es. della resina) l’area di congiunzione tra manico, corda e pala. Se poi l’utensile risulta corto è possibile applicare all’estremità opposta alla pala una seconda impugnatura perpendicolare (magari un legnetto fissato saldamente con una cordicella, in stile vanga militare).
Per concludere, prima di impiegare il nostro attrezzo testiamone la resistenza; fatto questo cerchiamo di non sottoporlo a sforzi oltre il necessario e al di fuori della su portata (evitiamo ad esempio di utilizzare la pala come se fosse un’accetta).
Sopravvivere: istruzioni per costruire utensili di fortuna
Quando può servire un coltello
In situazioni estreme, avere a propria disposizione un coltello può fare davvero la differenza (una lama può difatti tagliare, spellare, penetrare, ecc.). In questa spiegazione il termine “coltello” viene unicamente usato in senso “metaforico”; l’idea è di convogliare materiali di recupero un oggetto tagliente o appuntito che possa essere impugnato e usato per la sopravvivenza, nè più nè meno. Invitiamo pertanto i lettori a non fare usi pericolosi o illegali di quanto proposto in questo tutorial.
Come ottenere una lama
Per prima cosa occorre procurarsi strumenti e materia prima per mettere insieme il nostro coltello, guardiamoci attorno e vediamo cosa ci può servire. Ad ogni lama descritta di seguito corrisponde un utilizzo e una longevità differente; è chiaro che nessuno dei seguenti componenti può sostituire l’efficacia di un coltello professionale di acciaio temprato. Ecco quindi alcune idee su come ottenere delle lame:
- Lama di roccia – Assicuriamoci che sia resistente, non troppo sottile ed abbastanza affilata (possiamo tentare anche di migliorarne il filo sfregandola con un’altra pietra); un utensile di questo tipo può essere forse il miglior sostituto del metallo.
- Lama di metallo – Un qualsiasi pezzo di metallo (un chiodo, un bracciale, ecc.) può essere adattato senza eccessive difficoltà alle proprie esigenze; attraverso il fuoco (e una pietra con cui batterlo) il metallo può assumere la forma che più ci si confà.
- Lama di ghiaccio – In luoghi freddi, una lama di ghiaccio molto resistente (o addirittura ottenuta da acqua solidificata) permette di raggiungere eccellenti risultati; il consiglio è di evitare la seghettatura, di non tenere la lama troppo sottile e/o lunga.
- Lama di plastica – Alcune tipologie di materie plastiche possono risultare molto taglienti se sfilacciate e/o seghettate; a seconda dello spessore e della dimensione, un coltello di plastica può rivestire svariati ruoli, il problema è che ha una durata media (correlata allo spessore e alla durezza particolare).
- Lama vegetale – Parti vegetali acuminate (di spessore medio) possono risultare davvero utili per svariati impieghi; nel caso del legno può essere utile scheggiarlo leggermente, nel caso di parti “verdi” è possibile impiegarle per tagliare oggetti poco resistenti.
- Lama di ossa – Lo scheletro di alcuni animali può con facilità contenere parti taglienti o comunque dello spessore giusto per poter essere lavorate; si tratta di una lama mediamente resistente ma adatta ad ogni scopo; in questi casi è sconsigliabile scagliare forti colpi su superfici solide.
- Lama di vetro/vasellame – A volte basta rompere una bottiglia per ritrovarsi a brandire una lama molto delicata ma affilatissima; ottima per usi singoli e di precisione; se possibile conviene che sia piuttosto spessa e non troppo lunga.
- Unghie – Se lasciate crescere abbastanza, irrobustite e affilate le proprie unghie possono diventare ottime lamette per piccoli lavori di taglio, affondo e trattamento; meglio comunque non oltrepassare una sporgenza dalle dita di 1,5-2cm.
- Lama di cartone – In casi davvero disperati se si ha a disposizione del cartone spesso, rigido e molto compatto è possibile sfruttarne le punte per eventuali affondi; è importante non cercare di lavorarlo e/o piegarlo in alcun modo onde evitare che si sfaldi.
- Lama di carta – In casi ancor più disperati è possibile sminuzzare della carta, bagnarla, mescolarla con resina o altre sostanze collose, comprimerne una grande quantità sotto a due massi (in modo da tenerne il filo sottile) e poi ritagliarne una lama; adatta per affondi singoli o tagli elementari.
Ad ogni lama corrispondono prestazioni differenti in relazione ad impiego e tempo di utilizzo; se se ne ha occasione può essere d’aiuto la costruzione di più coltelli dello stesso tipo e/o differenti in modo tale da essere pronti ad ogni evenienza.
Il manico e l’impugnatura del coltello
Una volta individuata una lama occorre produrre un manico e/o un’impugnatura. Il risultato finale deve possedere grande solidità, equilibrio e stabilità; essendo che la lama non è professionale non possiamo permetterci di disperdere efficacia in vibrazioni o difetti ovviabili. A riguardo della lunghezza e del peso cerchiamo di mantenere un certo equilibrio e una buona maneggevolezza:
- Manico di legno – Se possiamo bucare la base della lama e farci passare una cordicella, abbiamo buone speranze di fissare un bastoncino come manico per poi avvolgerlo più e più volte.
- Impugnatura ad avvolgimento – Se la lama è formata da un pezzo unico, abbastanza lungo da contenere un manico, è conveniente avvolgerla con stracci sfilacciati, foglie o corda.
- Manico forgiato – Se ne abbiamo la possibilità la scelta migliore è sempre quella di forgiare direttamente un manico con un’impugnatura “ergonomica” assieme alla lama (senza dover suddividere insomma l’utensile in due parti).
Consigli finali
Concludiamo infine con tre consigli fondamentali:
- Il fodero – Per preservare il filo della lama, occorre costruire un fodero.
- Protezione – Costruiamo ilo coltello in modo tale da non danneggiarci in fase di utilizzo.
- Testare – Prima di mettere sotto sforzo il coltello è importante testarne la resistenza.
fonte arcadiaclub
TROVARE LA PROPRIA POSIZIONE
SURVIVAL, CONSIGLI PER LA MONTAGNA
La montagna è un ambiente severo che richiede una preparazione adeguata e un corretto abbigliamento ed equipaggiamento. Il maltempo è all’origine di numerosi incidenti e in montagna, a causa del sollevamento orografico delle masse d’aria, il tempo può cambiare rapidamente.
COSTRUIRE UNA LANCIA
I COLTELLI MORA OF SWEDEN
SOPRAVVIVENZA: TROVARE LA PROPRIA POSIZIONE
SURVIVAL: UN SEMPLICE FILTRO D’EMERGENZA PER L’ACQUA
Un semplicissimo filtro per l’acqua sporca può essere realizzato con un pezzetto di “tulle” (quello usato per mettere i confetti nelle bomboniere) e del cotone.
Avvolgere il cotone nel tulle e inserire il tutto nel collo di una bottiglia (o altro contenitore): l’acqua, anche molto sporca, uscirà pulita. Per germi e altre schifezze varie procedere successivamente alla bollitura.
Tulle e cotone occupano al massimo, nella nostra scatola della sopravvivenza, 2 centimetri cubici! Il tulle può essere sempre recuperato e lavato.